Dettagli choc dalle chat di Alessia Pifferi, la 37enne accusata di aver fatto morire di stenti la figlia di 18 mesi, Diana Pifferi, abbandonandola per una settimana nel suo appartamento di Milano. In alcuni messaggi della donna, riporta Il Giorno, il ritratto di una madre che avrebbe percepito i figli come “un intralcio” al suo sogno di una vita da star, di quelle che si vedono sulle copertine e che lei avrebbe sperato di fare sua lontana dalle responsabilità genitoriali. Un quadro agghiacciante che gli inquirenti, giorno dopo giorno, starebbero ricostruendo dopo il ritrovamento della piccola ormai priva di vita, il corpicino adagiato su un letto da campeggio nell’abitazione in cui avrebbe trovato la morte senza nessuno che si prendesse cura di lei.
Dai messaggi rinvenuti nei dispositivi dell’indagata, riporta ancora il quotidiano, sarebbe emersa agli occhi della Procura una “chiara e lucida strategia complessiva di vita che ha guidato tante sue ultime scelte“. Non ultima quella di abbandonare la figlia di poco più di un anno nella consapevolezza che quella scelta avrebbe potuti cagiornarne la morte. Nelle chat, stando a quanto si apprende, Alessia Pifferi sarebbe apparsa presente a se stessa e “lucidissima” anche nei comportamenti. Un’aggravante per la sua posizione.
Alessia Pifferi: dai messaggi elementi potenzialmente aggravanti
Quelli che sarebbero emersi attraverso le chat della donna, in alcuni dei messaggi che avrebbe inviato, sarebbero contenuti potenzialente aggravanti per la sua posizione di indagata con l’accusa di omicidio volontario. Il corpo della piccola Diana Pifferi sarebbe stato trovato riverso su un lettino da campeggio, vicino soltanto un biberon con tracce di latte, e la bimba sarebbe morta di stenti dopo essere stata lasciata sola in casa per giorni. Una settimana, secondo le indagini chiamate a ricostruire i tragici contorni dell’accaduto.
Alessia Pifferi, secondo quanto riportato da Il Giorno, avrebbe coltivato il sogno di una vita appagante e senza troppi pensieri, “come quelle che si vedono in tv“, lontano dalla quotidianità di moglie e mamma che, fino alla tragedia, avrebbe percepito come un “intralcio”. Avrebbe inseguito quel sogno a tutti i costi, “anche a scapito della bambina“, immaginando un’esistenza “libera” con il nuovo compagno. Tra le carte dell’inchiesta spunta il profilo di una donna che avrebbe percepito la sua bimba come “un peso”. Atteso a fine mese l’incidente probatorio per gli accertamenti chimico-forensi e biologici su quanto repertato nell’abitazione di Alessia Pifferi e della piccola Diana, in particolare sul contenuto del biberon per stabilire se la minore sia stata drogata prima di essere abbandonata e morire di stenti.