Che sia una campagna elettorale infuocata lo sappiamo, ma a Furci Siculo lo scontro ha raggiunto livelli che finora non si erano mai toccati. In questo paese in provincia di Messina, infatti, si è sfiorata una vera e propria rissa in cui sono volate parole decisamente pesanti tra il sindaco di Furci Siculo, Matteo Francilia, e il candidato governatore della Sicilia Cateno De Luca.
Il “casus belli” sarebbe stato la mancata autorizzazione del comizio tenuto da Cateno De Luca a Furci Siculo nella serata di ieri, giovedì 15 settembre. Mentre De Luca era sul palco e stava parlando alla folla, infatti, l’attuale sindaco Matteo Francilia ha fatto irruzione sul palco ribadendo che il Comune non aveva fornito alcuna autorizzazione. Da lì, urla e gesti che avrebbero potuto tramutarsi in una rissa in piena regola. Il diverbio, decisamente acceso, è proseguito per alcuni minuti, nei quali tra le persone che hanno cercato di riportare la calma è intervenuto anche Danilo Lo Giudice, deputato di Sicilia Vera. Alla fine, Cateno De Luca ha urlato al sindaco di andare via, per poi risolversi a lasciare la parola a Matteo Francilia, non prima di averlo attacco dicendogli: “Sei il sindaco, ma non puoi utilizzare questo palco come un pisciatoio”.
Rissa sfiorata al comizio di Cateno De Luca, attesa infuocata per le elezioni
Rissa sfiorata a Furci Siculo in provincia di Messina, un diverbio che per fortuna si è spento dopo pochi minuti di altissima tensione. I due politici coinvolti sono Cateno De Luca, che è candidato governatore della Sicilia per “Sud chiama Nord”, e l’attuale sindaco di Furci Matteo Francilia, che è anche responsabile enti locali della Lega-Prima l’Italia ed è candidato alla Camera nel collegio uninominale Messina-Enna.
Quanto avvenuto in Sicilia si qualifica senza dubbio come uno degli scontri politici più accesi, mentre si avvicina la data delle elezioni fissata per domenica 25 settembre. Da sabato 10 settembre è inoltre scattato il divieto di pubblicare i sondaggi politici, che fino a pochi giorni fa avevano popolato i telegiornali e i programmi di approfondimento evidenziando una situazione in continuo mutamento, in cui l’incognita più grande è rappresentata dal voto dei giovani e dalla percentuale di astensionismo. Lo stop alla pubblicazione dei sondaggi avviene quindici giorni prima del momento del voto, in modo da non influenzare gli elettori e soprattutto la fascia degli indecisi.