La Turchia guarda insistentemente a Oriente. Era il 2013 quando entrava nella Shangai Cooperation Organization (SCO), l’organizzazione di cui sono membri Russia, Cina, Kazakistan, Tagikistan, Kirghizistan e Uzbekistan. Ma da “partner di dialogo” potrebbe diventare ora membro, perché il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato di puntare all’adesione alla SCO. Una svolta importante per quanto riguarda i fragili equilibri geopolitici, visto che si tratterebbe del primo paese della Nato ad entrare a fare parte di un’organizzazione di sicurezza regionale che delinea un ordine mondiale non incentrato esclusivamente sull’Occidente.
Mentre cercava di stringere alleanze a Est, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha annunciato a sorpresa il suo piano. «Le nostre relazioni con questi Paesi passeranno a una posizione molto diversa con questa svolta», ha dichiarato ai giornalisti nella città di Samarcanda, dove si è tenuto il vertice. Quando gli è stato chiesto esplicitamente se la Turchia intendesse aderire alla SCO, Erdogan ha confermato: «Certo, questo è l’obiettivo».
TURCHIA E SCO: PRESTO NEL FRONTE ANTI-NATO?
La Turchia, attualmente partner di dialogo della SCO, potrebbe diventare membro della Shangai Cooperation Organization come Cina, Russia, India, Pakistan, Iran, Kirghizistan, Tagikistan, Kazakistan e Uzbekistan. Si tratta della prima organizzazione internazionale fondata dalla Cina, che ha assunto col tempo maggiore rilevanza espandendosi a paesi come India e Iran. Per ora gli “osservatori” sono Afghanistan, Mongolia, Bielorussia e Iran (che diventa membro in questo summit). Gli altri “partner di dialogo” sono Sri Lanka, Cambogia, Nepal, Azerbaigian e Armenia, ma dovrebbero entrare in quest’ultima lista anche Egitto e Qatar. Per il futuro sono candidati a questo status anche Bahrein e Maldive.
Attualmente riunisce nazioni che rappresentano il 44% della popolazione globale e il 24% del Pil del mondo. Dal canto suo, Erdogan si sta dando da fare: col presidente russo Vladimir Putin ha avuto colloqui bilaterali, rivelando poi che hanno raggiunto un accordo per risolvere la controversia sulla costruzione di una centrale nucleare ad Akkuyu, nel sud della Turchia. La NTV ha riportato, infatti, che Erdogan ha detto che l’appaltatore turco IC Ictas è stato reintegrato nel progetto. Il mese scorso, la società statale russa per l’energia nucleare Rosatom, che gestisce il progetto, aveva rescisso il contratto con IC Ictas per quelle che aveva definito «numerose violazioni». Il problema sembra risolto: «Se Dio vuole, saremo in grado di terminare e inaugurare la prima unità (Akkuyu) nel 2023», ha chiarito Erdogan.