Vista l’attuale crisi economica e lo scenario di recessione sempre più tangibile, i commercialisti chiedono una riforma dell’IRPEF in modo da poter creare un piano di pagamento dei debiti per le imprese che sia garantito dallo stato. Il 14 settembre quindi il Consiglio Nazionale dei commercialisti ha chiesto una semplificazione normativa, una riorganizzazione dei codici tributari e del calendario fiscale e un piano di pagamento straordinario dei debiti di natura fiscale e contributiva.
Commercialisti: il perché della proposta
Nella nota diffusa dal presidente dei commercialisti non dibattito sul sistema tributario si legge infatti che:
“Chiunque si troverà a gestire il dossier fiscale dopo il 25 settembre e anche a prescindere dalle diverse proposte avanzate nel corso della campagna elettorale, non dovrebbe rinunciare a lavorare a questi obiettivi prioritari, senza i quali da un lato il nostro fisco non imboccherà in maniera convincente la strada di un corretto rapporto tra amministrazione finanziaria, contribuenti e professionisti intermediari, dall’altro non si riuscirà a dare un contributo concreto ad imprese e famiglie in difficoltà estrema. L’architettura del nostro sistema fiscale risale agli inizi degli anni ’70. Nel mezzo secolo che è seguito, questo assetto normativo è stato contornato da una miriade di provvedimenti, sovente estemporanei e basati su esigenze di gettito contingenti o sulla volontà di agevolare alcuni comparti, spesso in conseguenza di promesse elettorali”.
Commercialisti: di cosa si tratta
De Nuccio ha lanciato la proposta di un piano di pagamento straordinario dei debiti fiscali e contributivi supportato dallo Stato. “La situazione in cui versano imprese, lavoratori e famiglie sempre più in difficoltà nel far fronte ai propri debiti tributari e contributivi pregressi, ci impone di puntare a agevolare il pagamento di quanto dovuto”.
Il dilazionamento dei debiti durerebbe 15 anni, secondo il prospetto del Presidente dei Commercialisti, con la possibilità di avvalersi di un pre-ammortamento fino a 36 mesi con copertura pari al massimo al 70% dell’importo finanziato.
Infine le altre proposte avanzate dai commercialisti riguardano:
- una riforma complessiva dell’IRPEF, con una revisione dell’attuale curva di tassazione che privilegi il lavoro andando ulteriormente a sgravare i redditi medi (da 15 a 50.000 euro), che equipari i livelli di tassazione tra lavoro dipendente e autonomo a garanzia dell’equità orizzontale del prelievo e preveda una soglia di esenzione più alta dell’attuale, maggiorata per i giovani,
- una profonda revisione delle deduzioni e detrazioni fiscali e l’eliminazione di tributi di modesta entità e scarso gettito, nonché il superamento definitivo e generalizzato dell’IRAP.