Caro direttore,
uno straniero in giro per l’Italia non si può accorgere che siamo nel pieno di una campagna elettorale tanto attesa quanto fantasma. Non si vedono manifesti con le facce dei candidati, solo qualche sparuto poster annegato in mezzo a quelli delle grandi marche che ancora spendono qualcosa in pubblicità.
Se ne parla sui giornali, che da anni perdono copie a rotta di collo, e anche nei talk show, anche loro in calo di ascolti.
C’è chi sostiene che una classe politica oramai giunta al capolinea sia la principale promotrice dell’astensione: meno persone vanno a votare, più facile è il mantenimento dello status quo, ecco perché di fatto non si fa una campagna elettorale vera e propria.
Aggiungiamoci che per accontentare i 5 Stelle è stata votata la riduzione dei parlamentari, ma senza porre mano alla necessaria revisione della legge elettorale. In tale modo è saltato il rapporto tra numero dei parlamentari e distribuzione dei seggi elettorali, e ne è uscito un pastrocchio difficilmente comprensibile ai più. Risultato: al massimo ci si limiterà a votare il partito, nessuna possibilità concreta di indicare preferenze, anche se tecnicamente possibile.
Non vediamo quindi più manifesti con le facce dei candidati, nemmeno di quelli che potrebbero servire per attirare elettori.
Per la verità c’è anche un motivo tecnico: le elezioni sono state indette talmente a breve, da rendere impossibile la creazione e la realizzazione di manifesti e di qualsiasi altro mezzo vecchio e nuovo.
Qualche commentatore ci ha visto un colpo di mano nei confronti delle aggregazioni non presenti in Parlamento – in particolare quelle del cosiddetto dissenso – obbligate a raccogliere e far validare decine di migliaia di firme in pochi giorni.
Difficile imbattersi in qualche comizio dei partiti più noti, anche per il timore dei fischi di gente sempre più furibonda per le bollette stratosferiche e una prevedibilissima crisi fino a due mesi fa del tutto ignorata e nascosta: non dimentichiamo che per il ministro Cingolani eravamo al sicuro con lo stoccaggio del gas, e che per Draghi tutto sembrava andar ben madama la marchesa, salvo “qualche nuvola all’orizzonte”.
Altro che nuvola.
La tempesta sta arrivando prima del previsto, mentre le indecisioni della Ue (sempre e solo intenzionata ad alzare il livello della guerra con la Russia) incluse sanzioni che lo stesso Kissinger ritiene un boomerang controproducente, trasformano la tempesta in uno tsunami.
Anche i contenuti della campagna sono di una modestia incredibili. Da sinistra si grida al pericolo fascismo (ancora!), da destra si promettono un milione di alberi e mille euro per ogni studente e flat tax troppo costose per l’erario, mentre dal cosiddetto Centro si inneggia all’agenda Draghi che non sembra aver dato così tanti risultati, se tanto ci dà tanto.
Gli unici comizi affollati paiono essere quelli delle formazioni antisistema, molto attive anche sui social network, e che cavalcano i sempre nuovi dati scientifici che dimostrano come lockdown, campagna vaccinale obbligatoria e diniego alle cure precoci hanno fatto assai più danni che provocato benefici.
Le maggiori sorprese potrebbero giungere proprio da queste ultime, come era avvenuto per la Lega molti anni fa, di cui nessuno dei nostri pomposi editorialisti politici aveva avvertito la crescita a livello popolare. Anche perché sembrano essere le uniche a battere l’Italia metro per metro con comizi affollatissimi e molto partecipati. La loro scommessa consiste nel convincere chi si volesse astenere per protesta a dare un voto di protesta reale, mettendo una croce sul loro simbolo.
Vedremo.
Intanto i partiti maggiori si limitano a poche manifestazioni in grandi città. A quella di Torino, il leader del Pd Enrico Letta è arrivato in ritardo, lasciato a piedi dalla batteria esausta del suo pulmino elettrico. Davvero un pessimo segnale per l’ideologia green che la crisi energetica sta dimostrando insostenibile.
Altri segnali giungono dagli esperti di astrologia ed esoterismo. Il 25 settembre vede il congiungersi di due eventi astrali: l’equinozio e la Luna nera, che è anche il nome attribuito a Lilith, la prima moglie di Adamo, precipitata nell’inferno e poi sposata a Satana, con cui generò una serie di demoni. La Luna nera è diventata così simbolo di passioni incontrollate e distruttive, ma anche di un vuoto di energia che pone l’esigenza di compensazioni e rinascite, pena distruzioni e catastrofi.
Non resta che aspettare i risultati, magari saltando – è un consiglio – le sempre più inutili e tediose maratone elettorali.
Aspettando invece con grande attenzione quello che potrebbe significare un vero giro di boa per tutto il mondo e quindi anche per l’Italia: i risultati delle elezioni di mid term in Usa.
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