E’ successo più volte che le forze militari della giunta golpista del Myanmar attaccano chiese cattoliche, arrivando a incendiarle per distruggerle. Benché quella cattolica sia una minoranza quasi invisibile, per la brutale giunta tutto ciò che è di derivazione occidentale è pericoloso per il mantenimento del suo potere, oltre al fatto che i sacerdoti cattolici offrono ospitalità e rifugio a chiunque abbia bisogno, per cui può essere anche che abbiano dato accoglienza a dissidenti. Questa volta mostrando tutti il loro disprezzo, soldati birmani hanno usato una chiesa, quella della Madre di Dio che si trova nella città di Mobye, diocesi di Pekhon, nello Stato meridionale Shan, come loro cucina, in sostanza profanandola. Lo riferisce l’agenza UcaNews, Union of catholic asian news.
I soldati hanno usato l’edificio per cucinare per diversi giorni, per poi, prima di andarsene, minare tutto il terreno che la circonda per evitare che qualcuno tornasse a usarla come edificio sacro. Ma forze di difesa locali sono riuscite a entrare e hanno girato un video che è diventato virale dove si vedono i pavimenti sporchi, i banconi rovinati e pieni di polvere e pentole. “Il danno alla chiesa, che è un luogo santo di Dio, è il risultato dell’attacco del diavolo”, ha scritto su Facebook un sacerdote del Myanmar in esilio. “È così triste da vedere, è come distruggere i nostri cuori”, ha commentato una laica cattolica.
MYANMAR, GUERRA CIVILE NON RISPARMIA CHIESE
La diocesi di Pekhon è una delle aree più colpite insieme alla vicina diocesi di Loikaw nel vicino stato di Kayah dal conflitto tra militari e ribelli. Almeno sei parrocchie nella diocesi di Pekhon sono state abbandonate mentre diverse chiese, inclusa la Cattedrale del Sacro Cuore, sono state ripetutamente attaccate e danneggiate a causa del conflitto in corso, secondo fonti della Chiesa. Più di 5mila civili sono fuggiti da Mobye dopo che almeno 100 abitazioni sono state distrutte dagli attacchi aerei. Nei giorni scorsi è stato colpito anche il monastero della città: due bambine di 7 e 12 anni che vi si erano nascoste insieme ad altre persone sono state uccise. Più di 150.000 civili, compresi i cattolici, nello stato di Kayah e nel sud dello Shan sono stati costretti a cercare rifugio nelle chiese, nei campi improvvisati e nella giungla mentre i militari hanno preso di mira sacerdoti e pastori, bombardando e vandalizzando chiese negli stati prevalentemente cristiani di Kayah, Chin e Kachin.
Naturalmente anche i buddisti sono vittime della repressione in Myanmar. Alcuni giorni fa jet militari hanno bombardato una scuola monastica elementare uccidendo 11 bambini. I soldati hanno dato al fuoco i loro corpi nel tentativo di nascondere il crimine. “C’erano pozze di sangue all’interno della scuola. Pezzi di carne erano sparsi dappertutto, sui ventilatori, sui muri e sul soffitto”, ha detto un abitante del villaggio andato a verificare lo stato della scuola dopo l’attacco. “I genitori di due bambini sono venuti a cercare i loro figli, ma tutto ciò che era rimasto erano dei vestiti, così non hanno potuto nemmeno celebrare i funerali”.