Chi l’ha chiarito per primo è stato senza dubbio lo scrittore calabrese Mimmo Gangemi che un paio di giorni fa, in un meme su un social network ha scritto: “Reddito di cittadinanza? Per Conte è una cambiale da riscuotere. Lo facessero altri quaggiù, sarebbe voto di scambio politico-mafioso”.
Un’operazione del genere, fosse condotta da qualcun altro, sarebbe denunciata dal M5s, come sostiene Gangemi, come voto di scambio. Al di là del giudizio nell’aspetto penale, resta senz’altro quello sullo sfruttamento e sulla strumentalizzazione di condizioni di bisogno.
La riscossione del titolo cambiario da parte di Giuseppe Conte e del movimento Cinquestelle rischia, infatti, di essere pesante e di influenzare in modo determinante il voto di domenica in diverse zone del Sud. L’allarme cresce negli altri partiti, compresi quelli del centrodestra, che molti, fin quando erano pubblicabili i sondaggi, davano per sicuro vincente e che oggi avverte il rischio di una rimonta, significativa anche se non decisiva, dell’ex presidente del Consiglio.
Nella sola Calabria, i beneficiari del Reddito di cittadinanza sono quantificati in circa 104mila unità, con un’incidenza del 5,5% sui complessivi aventi diritto al voto, ma del 7% se si escludono i residenti all’estero. Ma le stime di votanti previsti, in una regione caratterizzata da un elevato astensionismo, anche per la rilevante quota di elettori di fatto residenti fuori regione, non superano gli 850-900mila votanti (rispetto ai 981mila del 2018), con la popolazione che negli ultimi 4 anni si è ridotta da 1.956.000 residenti a 1.836.000. I percettori del Rdc, se si recassero tutti alle urne, peserebbero quindi tra l’11,5% e il 12,2% degli elettori effettivi, senza considerare anche i loro familiari. Una percentuale quindi assolutamente significativa e determinante sul risultato elettorale. In Campania (6,8%) ed in Sicilia (6,3%) le percentuali di percettori del reddito sono quasi pari a quella calabrese; poco più basse nelle altre regioni meridionali.
La preoccupazione degli altri tre poli, ma anche di alcune liste minori che sperano di superare lo sbarramento del 3%, riguardo a un risultato elettorale drogato dalla promessa pentastellata di difesa del Rdc nascono proprio da queste cifre e dall’azione di marketing elettorale condotta in questo senso dai Cinquestelle.
Il metodo Conte ricorda quello dell’armatore Achille Lauro, candidato alle elezioni amministrative del Comune di Napoli del 29 maggio 1952, a capo di una lista monarchica apparentata con l’Msi. Lauro condusse una campagna elettorale in grande stile che si sviluppò con un dispendio di soldi, uomini e mezzi spropositati. Tutti i quartieri della città furono battuti da cima a fondo dai suoi uomini che distribuivano pacchi di pasta, zucchero e farina. Ma la vera invenzione fu quella delle scarpe spaiate o delle banconote da mille lire tagliate a metà, con la promessa della consegna dell’altra scarpa o dell’altra mezza banconota solo ad elezione avvenuta. Allo stesso modo Giuseppe Conte ed i suoi amici Cinquestelle fanno capire: tutti attaccano il reddito di cittadinanza, se volte mantenerlo al riparo da rischi, votateci.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.