Rossana Riolo, psichiatra perinatale e psicoterapeuta, responsabile dell’ambulatorio Genitori senza depressione dell’Aulss 8 Berica di Vicenza, ha parlato ai microfoni di Famiglia Cristiana del trauma dell’aborto, paragonandolo a tutti gli effetti ad un lutto: “Nel suffisso latino ab – spiega – c’è il significato profondo di un’esperienza che è a tutti gli effetti un lutto. Se orior significa sorgere, nascere, ab è privativo. È chi o ciò che si allontana dalla nascita. Aborto è una parola che fa paura perché la donna ha un’immagine di sé di procreatrice; è un evento, volontario o spontaneo, che comporta sempre una grande sofferenza e solitudine”.
Per Rossana Riolo, sia l’aborto spontaneo quanto quello volontario, sono due esperienze che segnano per sempre una donna: “Quello spontaneo, tra emorragia, travaglio e raschiamento è un intervento traumatico, una ferita profondissima. La stessa cosa vale per l’aborto volontario: sono motivazioni profonde, situazioni di sofferenza personali o familiari, di solitudine che portano a questa scelta. Una scelta che è sempre drammatica, non viene mai fatta a cuor leggero e produce un senso di colpa importantissimo. Quella che noi definiamo sindrome post-aborto in cui la donna continua ad aver flash su quel che è successo, rimugina sull’accaduto, soffre di attacchi di panico, disturbo del sonno. È importante farsi aiutare perché il senso di colpa è schiacciante e può sfociare in una vera e propria depressione”. Rossana Riolo ricorda come la responsabilità alla fine sia sempre della donna: “Mi chiedo, che competenze ha la donna per fare o meno questa scelta? Il più delle volte sceglie di interrompere non perché non regge la diagnosi, ma per non far soffrire il feto”.
ROSSANA RIOLO E L’ABORTO: “SERVE UN LUOGO DOVE LA DONNA SIA ACCOLTA
Ed è qui che subentrano gli specialisti come appunto la psichiatra vicentina: “Serve un luogo dove la donna si senta accolta. Agli specialisti il compito di accompagnare nell’elaborazione perché è una scelta che spesso è associata alla paura di essere punite. Nel nostro ambulatorio ascoltiamo, non giudichiamo, cerchiamo di capire cosa sta succedendo nel corpo e nella mente di queste persone. Altrettanto fondamentale è la presenza e la vicinanza del partner. È una scelta che va condivisa col compagno per evitare la sindrome post traumatica che porta ad avere disturbi psicofisici prolungati. Donne che hanno avuto aborti in giovane età, dopo vent’anni sentono le ferite”.
Del resto, come spiega Rossana Riolo, con l’aborto si interrompe non solo la gravidanza ma anche la genitorialità “Che tu partorisca o meno resti sempre una mamma. Lo stesso meccanismo inconscio e istintivo per cui appena sai di essere incinta non mangi o non bevi più certe cose”.