Amnesty International non ha accesso ai reperti delle tombe di Izium, dove nei giorni scorsi è stata trovata una fossa comune. A segnalarlo è la stessa organizzazione per i diritti umani. Un portavoce, infatti, martedì ai microfoni di Deutsche Presse-Agentur ha spiegato che il ministero della Difesa ucraino ha ritirato l’accredito di Amnesty, quindi non possono verificare le denunce di presunti crimini di guerra dei russi nella città dell’Ucraina orientale. “Amnesty International sarebbe lieta di fornire assistenza nella raccolta di prove su eventuali crimini e torti commessi a Izium, se avesse accesso al territorio. Purtroppo non abbiamo più questa presenza in Ucraina perché il Ministero della Difesa ucraino ha ritirato il nostro accreditamento“, ha fatto sapere il portavoce.
Da valutare se questa decisione sia legata al rapporto di Amnesty International sull’Ucraina del mese scorso, in cui l’esercito ucraino veniva accusato di non prestare sufficiente attenzione alla protezione dei civili quando difendeva le città dagli attacchi russi, violando così la legge di guerra, il cosiddetto diritto umanitario internazionale. D’altra parte, esperti legali hanno espresso a tal proposito dubbi sul fatto che le prove presentate da Amnesty International fossero sufficienti e che le disposizioni siano state interpretate correttamente. Infatti, poi l’organizzazione ha annunciato una revisione di quel rapporto.
A IZIUM OLTRE 440 TOMBE DI SOLDATI E CIVILI
A Izium il governo ucraino ha scoperto oltre 440 tombe di soldati e civili contrassegnate da croci dopo la liberazione della città dell’occupazione russa. Secondo fonti ucraine, Izium è stata occupata dalle truppe della Russia dal primo aprile al 10 settembre. Oleh Kotenko, commissario per le persone scomparse, ha spiegato il sito era stato scavato in profondità per contenere numerosi corpi, tra cui quelli delle vittime dei pesanti bombardamenti delle forze russe contro la città, nei mesi di febbraio e marzo.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, commentò così la macabra scoperta: “Già a marzo, Amnesty International aveva dato l’allarme riguardo alla popolazione civile di Izium, sotto incessanti attacchi dal quarto giorno dell’invasione russa dell’Ucraina. La scoperta di questa fossa comune ha confermato i nostri timori peggiori“. Dal 24 febbraio, comunque, l’organizzazione ha documentato molte violazioni del diritto internazionale umanitario da parte della Russia, come attacchi legali contro civili, strutture residenziali e infrastrutture civili, omicidi illegali e ulteriori crimini di guerra. Eppure dopo quel controverso rapporto non può fornire assistenza nelle indagini a Izium.