Un vero e proprio business sulla fecondazione assistita si è creato negli Stati Uniti, dove le aziende si occupano di condurre dei test sul Dna per scegliere l’“embrione perfetto”. Gli accertamenti, come viene evidenziato sulla rivista Nature e riassunto da RaiNews, servono a scartare quelli “non efficienti” in modo da ridurre il rischio che il bambino abbia malattie genetiche, ma non solo. “Si potrà selezionare anche l’intelligenza del nascituro”, ha rivelato il co-fondatore di “Genomic prediction”.
L’azienda in questione, sulla base degli esami effettuati, si occupa di stilare una vera e propria classifica degli embrioni creati dalle cliniche di fecondazione in vitro sulla base del “rischio di sviluppare malattie complesse come la schizofrenia, le malattie cardiache, i tumori e il diabete di tipo 1 e di tipo 2”. Ognuno degli embrioni ha un punteggio di salute generale dettato dalla “previsione genomica”. Le malattie hanno ciascuna un proprio rating, che permette di evidenziare le aspettative di vita del nascituro.
Fecondazione assistita, business da 14 mld per “embrione perfetto”: i dubbi
Il business da 14 miliardi di dollari sulla fecondazione assistita che ha l’obiettivo di creare l’“embrione perfetto” in laboratorio, come sottolineato dalla rivista Nature, sta scatenando non pochi dubbi, soprattutto tra i bioeticisti, i quali sono diffidenti sui tentativi di “selezionare la malattia e la disabilità dal pool genetico umano”. La possibilità in questione, inoltre, creerebbe inevitabilmente delle diseguaglianze sanitarie. Da un lato i bambini nati naturalmente, imperfetti, dall’altro lato quelli nati attraverso l’aiuto di cliniche ad hoc.
La questione insomma è controversa. Al centro di quest’ultima, ovviamente, non può che esserci il denaro, oltre che la salute. Le aziende infatti stanno dando vita ad una vera e propria corsa ai test sugli embrioni, ma spesso senza valutare quelli che possono essere i risultati. La validità di questi strumenti d’altronde non è ancora del tutto accertata, dato che sono molto recenti.