L’uso di smartphone e tablet potrebbe anticipare la pubertà. A rivelarlo è uno studio turco dell’Ankara City Hospital/Children’s, presentato durante il 60esimo congresso della Società europea di endocrinologia pediatrica. L’esposizione alla luce blu derivante dall’uso di tablet e smartphone potrebbe infatti alterare l’equilibrio ormonale nelle bambine e aumentare il rischio di pubertà precoce. L’ipotesi è stata avanzata dal gruppo di ricercatori dell’Ankara City Hospital/Children’s in uno studio presentato in occasione del 60esimo congresso della Società europea di endocrinologia pediatrica.
Utilizzando un modello animale, è stato evidenziato che l’eccessiva esposizione alla luce blu, emessa da tablet e smartphone, causa uno sconvolgimento ormonale, riducendo i livelli di melatonina, aumentando i livelli di specifici ormoni riproduttivi, come estradiolo e lutenizzante, cambiando fisicamente il tessuto ovarico. Questi fattori di rischio aumentano le probabilità di una pubertà precoce e di futuri problemi di fertilità.
Pubertà anticipata: cosa rivela lo studio
Nello studio, i topi femmina sono stati divisi in tre gruppi di sei: un gruppo è stato esposto a un normale ciclo di luce, il secondo a sei ore di luce blu e il terzo a dodici ore. I gruppi esposti alla luce blu, hanno mostrato segni di pubertà molto prima rispetto al terzo gruppo. Più lunga è stata la durata dell’esposizione, prima si è verificato l’inizio della pubertà. “I ricercatori hanno evidenziato che l’esposizione alla luce blu è sufficiente per alterare i livelli di ormoni fondamentali nella regolazione della pubertà e che questo effetto è ‘dose-dipendente’: più lunga è l’esposizione, prima la pubertà inizia”, hanno spiegato Mariacarolina Salerno, vicepresidente del congresso europeo e presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica (SIEDP), e Stefano Cianfarani, presidente del congresso europeo, ordinario di pediatria all’Università Tor Vergata di Roma e responsabile dell’Unità di Diabetologia e patologia dell’accrescimento dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.
“Potremmo presumere che una disgregolazione dei neurotrasmettitori cerebrali, indotta da un eccessivo uso di dispositivi elettronici, potrebbe agire come fattore scatenante più potente sui neuroni che producono gonadotropine, stimolanti la funzione dei testicoli e delle ovaie. Tuttavia questi risultati provengono da un modello animale per cui non possiamo essere sicuri che possano essere gli stessi anche nelle bambine e saranno necessarie ulteriori indagini per comprendere meglio il potenziale impatto dell’esposizione alla luce blu sui livelli ormonali e sull’inizio della pubertà precoce” hanno spiegato gli esperti.