I risultati delle Elezioni Politiche 2022 sono così netti che non è neppure necessario sollecitare il Capo dello Stato Sergio Mattarella affinché formi il nuovo governo a guida Meloni, né far pressione per recuperare partiti sconfitti. Del resto, le ambiguità non appartengono al Presidente della Repubblica, che finora si è dimostrato un arbitro corretto al Quirinale. Il verdetto delle urne è indiscutibile, quindi Mattarella, come riportato dal Corriere della Sera, farà i conti: dopo le doverose letture dei voti e di come i dati si traducono in seggi, dopo le verifiche sull’autosufficienza e la coesione alla Camera al Senato del centrodestra, si possono tirare le somme. Una formalità, infatti dovrebbe avviare le consultazioni per il nuovo governo Meloni già il 17 ottobre. Una data che agli elettori può apparire lontana, ma che invece è legata agli adempimenti che sono necessari per l’insediamento del nuovo Parlamento, in programma il giorno 13. Devono formarsi i gruppi dei partiti, vanno eletti i capigruppo e gli stessi presidenti di Camera e Senato. In mancanza di ritardi, che lo stesso Colle non auspica, o sorprese dell’ultima ora, verrà conferito l’incarico a Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
Le uniche difficoltà che potrebbero emergere nell’interlocuzione con Mattarella al massimo potrebbero riguardare la composizione del governo e le scelte su alcuni ministeri, su cui la vigilanza del Colle è dovere. Infatti, per gli Esteri il Capo dello Stato è garante dei Trattati internazionali. Ma ciò vale anche per ministeri come Difesa, Economia e Interno, perché su questi si misura la coerenza in quanto Paese membro dell’Ue e della Nato. Aspetti non negoziabili per Mattarella, come i valori della Costituzione. Quindi, al Quirinale c’è l’auspicio che la formazione del governo Meloni possa essere formalizzata rapidamente e senza alcun incidente di percorso.
NUOVO GOVERNO, CONSULTAZIONI ANTICIPATE AL 15?
Una ricostruzione che trova riscontro anche nelle indiscrezioni raccolte da La Stampa, secondo cui Sergio Mattarella vuole fare in fretta, tanto che le consultazioni per il nuovo governo Meloni potrebbero essere addirittura anticipate al 15. Molto però dipende da tempi tecnici e da quanto gli eletti, convocati il 13 ottobre per la prima riunione, saranno rapidi nel nominare i presidenti di Camera e Senato. Ma c’è comunque la percezione della volontà di non perdere tempo, anche perché ci sono scadenze importanti, come l’invio della bozza di legge di Bilancio all’Ue. Ma a Palazzo Chigi sono confidenti di una possibile proroga, a causa dell’eccezionalità delle elezioni autunnali. Una piccola deroga sui tempi, anche perché il premier Mario Draghi non intende lavorare a quattro mani sulla legge di Bilancio, visto che è compito del nuovo governo Meloni. Dunque, si limiterà a concludere il lavoro sula Nadef (la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza) che contiene le cifre tendenziali della crescita economica. Draghi non si sfilerà dal confronto, che già è in corso da tempo, ma toccherà a Giorgia Meloni indicare misure precise e dettagliate, a partire dalla lotta al caro bollette.