Più poveri, meno donazioni: un appello al nuovo Governo

Con la crisi aumenta il numero di persone a rischio povertà, ma diminuiscono anche i mezzi a disposizione per gli enti che possono aiutarle

Si celebra oggi la Giornata Internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari, istituita dalle Nazioni Unite, una giornata per ricordare, in particolare in questo momento di difficoltà economiche e sociali, l’importanza di mettere in atto comportamenti non solo sostenibili ma anche solidali, sia come singoli sia come comunità. Proprio in questo periodo noi di Banco Alimentare stiamo registrando una minore disponibilità di risorse alimentari dal recupero delle eccedenze (-8% dall’Industria e dalla Grande distribuzione) e un calo delle donazioni economiche (-30% da aziende e privati). Allo stesso tempo stiamo registrando un ulteriore pesante incremento del numero di persone in povertà: dall’inizio dell’anno ad oggi 85.000 persone in più (ormai quasi 1.750.000) si sono rivolte a una delle 7.600 strutture caritative che sosteniamo in tutta Italia attraverso la distribuzione gratuita di prodotti alimentari.

Nel momento in cui aumentano i bisogni diminuiscono quindi i mezzi per poter portare aiuto alle persone in difficoltà. A questo primo paradosso se ne aggiunge un secondo: numerosi studi, analisi e i dati Bankitalia dicono che il risparmio accumulato dalle famiglie italiane nell’ultimo anno supera i 100 miliardi di euro. Evidente che la forbice si sta allargando e che le disuguaglianze nella nostra società aumentano; qualcuno starà meglio e chi è in difficoltà starà ancora peggio. Sono 8.800.000 le persone in povertà relativa: quante scivoleranno tra i 5.600.000 attualmente in povertà assoluta?

L’austerity che ci si prospetta sta già costringendo tutti a comportamenti forzatamente virtuosi nell’uso delle risorse in genere, molto probabilmente riducendo lo spreco domestico che potrebbe diminuire significativamente. Stiamo assistendo anche a una riduzione delle eccedenze alimentari recuperabili e a una probabile minor quantità di prodotti messi a disposizione, a parità di fondi erogati, dai Fondi Nazionali (FN) ed Europei (FEAD) di aiuti agli indigenti. È evidente che se il cibo costa il 20/25% in più, a parità di fondi stanziati le quantità saranno del 20/25% in meno.

È forte la preoccupazione per l’immediato e prossimo futuro. Ancora una volta è il momento della solidarietà, della condivisione, del farsi carico gli uni degli altri per il rafforzamento di una convivenza civile capace di dare speranza in un momento che si preannuncia particolarmente difficile: la democrazia si alimenta di questo.

Rivolgiamo un appello al nuovo Governo affinché il sostegno al Terzo settore rappresenti un punto fermo delle prossime politiche sociali e non limitato a contributi soltanto straordinari. Ai futuri governanti che avranno per primi il dovere di sostenere la realizzazione di una solidarietà sociale, chiediamo di non far mancare l’aiuto, anche economico, a tutte le realtà che operano per il bene comune e che vedono i loro costi lievitare, in particolare per i prezzi energetici.

Il Banco Alimentare sostiene 7.600 enti contribuendo alla loro capacità di intervento capillare sul territorio, a vantaggio di oltre 1.700.000 di persone, senza peraltro dimenticare che durante la pandemia è stato possibile realizzare interventi e stanziare fondi straordinari che la situazione attuale certamente potrà ancora richiedere.

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