Giulio Bissiri, padre delle sorelle Jessica, Lucrezia e Lulù Selassié note al grande pubblico come le “principesse” del GF Vip, condannato: per l’accusa sarebbe un “truffatore di mestiere”. Alias Aklile Berhan Makonnen Hailé Selassié, 66 anni e sedicente principe erede del negus d’Etiopia, l’uomo sarebbe stato ritenuto responsabile di una truffa di circa 13 milioni di franchi svizzeri nel processo che si celebra a suo carico a Lugano. Lo riporta il settimanale Oggi, secondo cui risulterebbe imputato a seguito delle indagini su una vicenda che vedrebbe danneggiate tre persone, due imprenditori e un banchiere, in Canton Ticino.
Attualmente Giulio Bissiri sarebbe in carcere in Svizzera e continuerebbe a respingere ogni addebito. Il suo nome e il caso giudiziario che lo vedrebbe coinvolto erano approdati anche davanti alle telecamere del Grande Fratello Vip a seguito degli interrogativi emersi sulle presunte nobili origini della sua famiglia quando le figlie, le “princess” del reality, si erano presentate come imparentate con l’imperatore etiope. La pubblica accusa, secondo quanto trapelato poche ore fa, avrebbe chiesto per il 66enne una condanna a 7 anni di reclusione ritenendolo un “truffatore di mestiere”. Oltre ai sospetti sulle sue attività, in aula avrebbero fatto capolino anche i dubbi sulla sua identità. Domande a cui Bissiri, richiamando Totò, avrebbe replicato così: “Principe si nasce, principe si muore”.
Condannato per truffa Giulio Bissiri, padre delle principesse Selassié del GF Vip
Si sarebbe tenuta ieri l’udienza conclusiva del processo a carico di Giulio Bissiri, padre delle principesse Selassié del GF Vip, presso il tribunale di Lugano, e secondo Oggi la sentenza lo avrebbe visto condannato a 6 anni di carcere per una truffa di portata milionaria – si parlerebbe di 13 milioni di franchi svizzeri – ai danni di due imprenditori e di un banchiere elvetici. Alias Makonnen Hailé Selassie, sedicente principe nipote del negus d’Etiopia, Giulio Bissiri sarebbe stato descritto dal pubblico ministero come un “truffatore di mestiere” che, con l’obiettivo di irretire le presunte vittime di turno, si sarebbe spacciato come figlio del terzogenito dell’imperatore etiope Hailé Selassie.
La reale identità di Giulio Bissiri, riporta ancora il settimanale, sarebbe quella di figlio di uno stalliere, Beniamino, in passato al servizio della corte imperiale d’Etiopia. Rivolgendosi ai malcapitati (tra cui figurerebbero anche diversi imprenditori italiani) sostenendo di avere accesso a un tesoro di famiglia (in titoli per un valore di circa 200 miliardi di euro), li avrebbe convinti che sarebbero stati necessari milioni di euro per le procedure di sblocco dei bond. Con questo stratagemma, Giulio Bissiri, stando all’accusa, avrebbe così raggirato ricchi uomini d’affari.