Svezia: kit auto-test per il papilloma virus contro il cancro al collo dell’utero
In Svezia si punta ad eliminare completamente il cancro al collo dell’utero, attraverso uno screening completo della popolazione per individuare i casi di papilloma virus. Il virus, infatti, è il principale responsabile di quel particolare tipo di cancro, oltre che di alcuni altri tipi di tumore più rari che colpiscono, in generale, le zone intime e la bocca dei soggetti infetti. In Svezia, per cercare di contrastare il papilloma virus, a tutte le donne idonee nel paese è stato inviato un kit per svolgere il test a casa.
Infatti, dal 2020, a causa della pandemia da covid-19, il numero degli screening di controllo per il cancro al collo dell’utero si è ridotto parecchio. Grazie ai test domestici per il papilloma virus di cui si parla in Svezia, si possono individuare quei casi potenzialmente a rischio cancro con “un grande risparmio per i servizi sanitari rispetto ai costi e tempi necessari per far eseguire il test al medico”, come spiega Joakim Dillner, uno specialista del cancro in Svezia, al Corriere. Mentre l’efficienza dello screening domestico sembra essere dimostrata dall’aumento del 10% della copertura dei test per il papilloma virus che si è registrata nella sola regione di Stoccolma, dove sono già stati inviati i primi test domestici.
Cos’è il papilloma virus e chi deve stare attento
L’idea dei kit domestici per testare il papilloma virus che si sta testando in Svezia sembra muoversi in una direzione importante nella battaglia al cancro. Infatti, il papilloma virus (detto anche HPV) è un’infezione a trasmissione sessuale che rappresenta la principale causa del cancro alla cervice uterina. Colpisce in egual modo uomini e donne e si tratta il più delle volte di un’infezione transitoria e asintomatica. In alcuni casi l’HPV causa lesioni alla cute e alle mucose, oltre che escrescenza (papillomi, appunto) a livello dei genitali e della bocca.
Si tratta, insomma, di un virus che tendenzialmente si cura da solo, ma la cui trasmissività è veramente molto elevata, tanto che in Europa si stima che almeno il 50% della popolazione attiva sessualmente contrarrà il virus almeno una volta nella vita. Il papilloma virus si può curare attraverso pomate apposite, oppure con la rimozione chirurgica delle escrescenze, ma nella maggior parte dei casi non risulta necessario. Si divide in circa 200 ceppi e solamente una decina di questi sono ad alto rischio per il cancro.
In Italia, grazie alla vaccinazione offerta gratuitamente a maschi e femmine di 12 anni (ma non obbligatoria), buona parte degli effetti collaterali gravi hanno un’insorgenza piuttosto bassa, anche se l’HPV risulta comunque essere la prima causa del cancro al collo dell’utero. In Europa, invece, lo screening per il papilloma virus è consigliato a tutti dai 30 ai 65 anni, con cadenza di 5 anni. Sotto i 30 anni l’infezione è molto più diffusa, ma tende a risolversi spontaneamente con maggiore semplicità, ragione per cui lo screening non è consigliato a chi ha meno di 30 anni.