Marina Ripa di Meana, Lucrezia Lante della Rovere:”un grande esempio per me”
Marina Ripa di Meana è stata la mamma di Lucrezia Lante della Rovere conosciuta come attivista, scrittrice e personaggio televisivo. Personaggio unico nel panorama televisivo italiano, Marina Ripa di Meana è scomparsa all’età di 76 anni dopo aver lottato contro il cancro. “Perché il male non deve impadronirsi di te, tu non sei la malattia” ripeteva sempre l’attivista che non si è mai arresa alla malattia; anzi ha sempre lottato con coraggio e determinazione arrivando perfino a raccontare che il cancro l’aveva resa una donna migliore. “Perché quando stiamo bene noi diamo per scontata la vita, invece quando le forze diminuiscono piano piano godi dei privilegi della giornata delle cose belle che ti succedono” dichiarò proprio in un programma televisivo.
Una lezione di vita che la figlia, Lucrezia Lante della Rovere, ha fatto sua visto che parlando della madre ha detto: “ha combattuto la malattia come una guerriera e sarà un grande esempio per me, per le mie figlie e per tutti noi”.
Marina Ripa di Meana, il rapporto con la figlia Lucrezia Lante della Rovere
La malattia ha sicuramente segnato la vita di Marina Ripa di Meana che, in una vecchia intervista, raccontava: ” vivo alla giornata. Inutile preoccuparsi per il cancro che se ne va o che può tornare: magari esci di casa e vai sotto a una macchina”. Nonostante il cancro, l’attivista e stilista non si è mai fatta piegare o altro; anzi è sempre stata attiva portando avanti mille progetti: da aste fino alla scrittura di una sua autobiografia. Nella sua vita un ruolo importantissimo ha avuto la figlia Lucrezia Lante della Rovere con cui ha avuto un rapporto altalenante.
Proprio in una vecchia intervista rilasciata a Vanity Fair parlando della figlia disse: “non stupisce che, magari, avrebbe preferito avere almeno una mamma come le altre, anziché la scandalosa Marina.«Certo, io mammina borghese non so no mai stata. In quegli anni, poi. Si figuri che, visto l’ambaradan della casa, una volta una cameriera mi disse che avrei dovuto farmi cambiare il sangue perché ero malata, “nanfotica”. Voleva dire ninfomane”.