Antonio Inoki, la leggenda del wrestling morta a 79 anni, come vi abbiamo anticipato visse anche una parentesi politica molto intensa, tanto che divenne senatore fra il 1989 e il 1995, eletto col Partito dello Sport e della Pace, di cui lui stesso fu il fondatore. In tale periodo, nel corso di un viaggio in Iraq, si convertì all’Islam sciita, cambiando poi nome in Muhammad Hussain Inoki, definendosi anche buddista. Nel 2013 fu anche rieletto nella Dieta Nazionale, il parlamento giapponese, ma col Partito della Restaurazione. Peraltro, come ricorda “La Gazzetta dello Sport”, “negli anni scorsi sembrava pronto a candidarsi come governatore a Tokyo, un’idea che non ha mai preso forma anche a causa delle precarie condizioni di salute”.
Importante fu anche il suo lavoro in chiave diplomatica: Antonio Inoki in passato incontrò Saddam Hussein per trattare il rilascio di alcuni prigionieri durante la Guerra del Golfo, mentre molto più di recente si è impegnato per favorire un miglioramento dei rapporti fra le due Coree. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
ANTONIO INOKI, MORTO LOTTATORE DI WRESTLING: AVEVA 79 ANNI
Lutto gravissimo nel mondo del wrestling: è morto Antonio Inoki. Si tratta di uno dei lottatori più leggendari quello scomparso nelle scorse ore all’età di 79 anni, uno dei grandi atleti che ha saputo avvicinare al controverso mondo del wrestling milioni di appassionati. Il Corriere della Sera lo definisce “Un simbolo, di più, una leggenda di questa disciplina”, e questo rende l’idea di chi fosse appunto Antonio Inoki. Nato in Giappone, alto 190 centimetri e pesante poco più di 100 chilogrammi, è considerato in patria un eroe moderno, in un Paese in cui a farla da padre sono a mani basse le arti marziali e il sumo.
Lui però si è spinto controcorrente, tenendo alto la bandiera bianca con il sole rosso in mezzo ai lottatori degli Stati Uniti, inglesi o francesi. Antonio Inoki era nato a Yokohama 79 anni fa, per poi trasferirsi fin da giovanissimo in Brasile. In Sudamerca, quando era solo un 17enne, si innamorò del wrestling, iniziano a praticare questa disciplina e divenendo così un lottatore professionista. Assieme al connazionale Shohei “Giant Baba”, Inoki, con il suo tipico mento prolungato, è considerato uno dei lottatori artefici del successo del wrestling moderno, esploso definitivamente a partire da inizio anni ’70, con l’avvento delle televisioni a bordo ring.
ANTONIO INOKI, MORTO IL LEGGENDARIO LOTTATORE DI WRESTLING: IL SUO IMPEGNO POLITICO
Una popolarità che a metà di quel decennio portò addirittura Inoki a sfidare il mito, la leggenda del ring, leggasi Muhammad Ali. Nel 1976, al Nippon Budokan di Tokyo, si tenne quello che fu uno degli eventi più memorabili non soltanto per quegli anni. Nel 1988 Antonio Inoki decise di appendere il costume al chiodo, per ritirarsi dalle scene, ma “lontano dal wrestling – aggiunge il quotidiano di via Solferino – la luce non si spegne. Anzi, è sempre più luminosa”.
L’anno seguente, era il 1989, Inoki venne infatti eletto al Parlamento giapponese tra le file del partito «Sport e Pace», dimostrando grandi qualità e dedizioni nell’attività diplomatica, in particolare nel 1990, quando lavorò al rilascio di ostaggi giapponesi all’inizio della Guerra del Golfo, e poi negli anni successivi, trattando la questione degli ostaggi nipponici con la Corea del Nord e il regime di Pyongyang, tramite canali non ufficiali. A luglio di due anni fa Antonio Inoki si era aggravato a causa di alcuni problemi al cuore che lo stesso aveva tenuto nascosti fino ad allora.