Offit: “I dati di Pfizer e Moderna dicono che…”
Paul Allan Offit, pediatra americano specializzato in virologia e malattie infettive e soprattutto membro dell’Advisory committee sui vaccini della Food and drug administration. E ha votato contro l’autorizzazione dei bivalenti anti Omicron. A ‘La Verità’, l’esperto ha spiegato le sue ragioni: “Primo: i dati che ci sono stati presentati il 28 giugno scorso erano basati sul confronto tra vaccini bivalenti e monovalenti. Quelli di Pfizer mostravano un aumento di 1,5 volte degli anticorpi neutralizzanti contro Ba.1. È una differenza clinicamente non significativa. Similmente, quelli di Moderna mostravano un aumento di 1,75 volte degli anticorpi neutralizzanti. A dicembre 2020, Moderna mostrava un aumento doppio della risposta anticorpale rispetto a Pfizer, ma ciò non risultava in una differenza sostanziale nella protezione dalla malattia grave”.
Secondo l’esperto, “Pfizer ha somministrato anche un vaccino monovalente contro Ba.1, in dosi da 30 o 60 microgrammi. E ha ottenuto una migliore risposta neutralizzante dando il farmaco contro Ba.1 come vaccino monovalente”. Il pediatra ha proseguito: “Pfizer ha mostrato dei dati sul bivalente basati sull’utilizzo di 30 microgrammi per il ceppo originario e 30 per quello nuovo, oppure 60 e 60. Ma non è ciò che stanno facendo per il vaccino contro Ba.4 e Ba.5. Stanno dando 15 e 15, un dosaggio per il quale non ci sono dati, neppure per Ba.1. Zero dati”.
Offit: “Chi beneficia da terza e quarta dose?”
Secondo Paul Allan Offit, i bivalenti contro Ba.4 e Ba.5 sono stati testati solamente sui topi: “Credo che i dati che sono stati mostrati all’Advisory committee riguardassero otto topi per gruppo. Ad ogni modo, non ha molta importanza quanti topi fossero… Non avevano dati sugli esseri umani”. Secondo l’esperto, “Ci vorrebbe un po’ più di umiltà. Non bisognerebbe dare per scontato che questi vaccini sono esattamente come gli antinfluenzali. La tecnologia degli antinfluenzali è ben rodata; quella dei vaccini a mRna no”.
Come ha proseguito il membro della FDA, “I vaccini a mRna arrivarono a dicembre 2020. Un anno dopo, negli Stati Uniti circolavano tre varianti: D614G, Alfa e Delta. Uno studio dei Cdc verificò quanto le due dosi di vaccino Pfizer o Moderna stessero funzionando contro i ricoveri. Ebbene: due dosi di vaccino, indipendentemente dall’età e dalle comorbidità, proteggevano bene dalla malattia grave. Dopo sono comparse Omicron e le sue sottovarianti e i Cdc hanno condotto altri studi, concludendo che la situazione migliorava con una terza o una quarta dose. Vero. Ma la domanda era: chi beneficiava davvero da una terza o una quarta dose? Non tutti, in termini di ospedalizzazioni”.