MARIO DRAGHI ‘SPONSOR’ DI GIORGIA MELONI IN UE
Prima delle Elezioni non erano poche le analisi – di cui alcune anche sul nostro quotidiano, come questa di Antonio Fanna alquanto attuale – che mettevano in luce come nello stare all’opposizione del Governo Draghi in realtà Giorgia Meloni non fosse affatto così “lontana” politicamente dal Premier ed ex Presidente BCE. Dopo la vittoria delle Elezioni Politiche e nei giorni in cui dovrà avvenire il passaggio di consegne, i rapporti – riferiscono diversi retroscena – sono tutt’altro che freddi tra Palazzo Chigi e la sede di Fratelli d’Italia. Oggi su “Libero Quotidiano” Fausto Carioti riporta delle lunghe telefonate che in questi giorni Mario Draghi avrebbe fatto in persona con i propri colleghi Premier europei per «garantire che lavoreranno bene anche con Giorgia Meloni». Insomma, la Premier in pectore del prossimo Governo non mira solo ad ottenere potere a Roma ma – da leader dei Conservatori europei – vuole rinnovare fortemente anche l’istituzione stessa dell’Europa.
Nel farlo, avrebbe un Draghi come “sponsor” dalla sua parte, sottolineano da “Libero” e pure da “La Stampa”: il “rischio fascismo” e la propaganda contro Meloni “anti-Euro” e pro-Russia dei toni in campagna elettorale stanno velocemente esaurendo, con lo stesso Mario Draghi impegnato a dialogare proficuamente con la leader FdI per il passaggio di consegne ordinato. L’obbiettivo di Erc (il partito dei conservatori europei) è quello da tempo di costituire una nuova maggioranza di Centrodestra in Europa che possa sostituire quella anomala tra Partito Popolare e PSE/Verdi/ReNew, insomma la “maggioranza Ursula” che dà il Governo del Continente a Von der Leyen (e prima a Juncker). Secondo diversi contatti avuti in queste ultime settimane, lo stesso leader del PPE Manfred Weber vedrebbe di buon occhio l’alleanza con Meloni & Co. In Europa per “silurare” il partito socialista in completa crisi di identità non solo a Bruxelles.
MELONI “SPOSA” L’AGENDA DRAGHI? MINISTRI TECNICI, PNRR E…
Si può dunque comprendere forse ancora più profondamente come, con un Draghi “sponsor” di Meloni in Europa, sia la stessa futura Presidente del Consiglio a voler mantenere dichiarazioni, atti e decisioni alquanto “sobrie” e “accorte”. Il silenzio comunicativo di questa prima settimana dopo la vittoria alle urne, l’accettazione degli impegni sul PNRR e pure la possibilità di inserire diversi Ministri “tecnici” all’interno del Governo (che sta facendo discutere non poco Lega e Forza Italia): Meloni punta ad una leadership solida in Italia, a mantenere il Paese sull’alleanza NATO e pro-Ucraina, non offrendo “potenziali scuse” a mercati e Troika per pressare il Governo di Centrodestra come avvenuto in passato con gli ultimi Governi Berlusconi e con l’anomalo Governo Conte-1 (Lega-M5s).
Secondo la “soffiata” di Dagospia (che ha raccolto gli “spifferi” di queste ore nei palazzi del potere romani), «Giorgia ha un approccio più cauto e umile, se vogliamo: sa bene che con i suoi, tra Urso, Rampelli e Lollobrigida, non arriva neanche al panettone; e sa bene che per tirare la carretta e prendersi il mandato da Mattarella deve dimostrare di essere cresciuta; in caso contrario è ben consapevole che è altissimo il rischio di finire stritolata tra i burocrati di Bruxelles e della Bce. Questa volta a fatti, non parole». Dunque è per questo motivo che “l’agenda Meloni” potrebbe non essere molto distante da quella Draghi? E pure il programma del Centrodestra potrebbe subire qualche “modifica” per rappresentare più una continuità che non un cambio di passo rispetto al Governo Draghi? Ai posteri l’ardua sentenza: con la formazione del Governo entro metà ottobre e il primo Consiglio Europeo sul nodo energetico già ci dirà molto di quali siano e saranno gli effettivi “legami” politici tra Mario Draghi e la sua successore a Palazzo Chigi.