Donato Bilancia condannato per 17 omicidi: chi sono le vittime del serial killer
17 gli omicidi che hanno portato Donato Bilancia alla condanna a 13 ergastoli, più un tentato omicidio. Delitti di cui quell’uomo apparentemente “ben curato e gentile” come alcune donne lo descrissero a processo, diventato per tutti il “serial killer delle prostitute” o “mostro dei treni“, fu reo confesso in una serie di dichiarazioni rese agli inquirenti margine dell’arresto nel 1998. Donato Bilancia, nato a Potenza nel 1951 ma trasferitosi con la famiglia prima ad Asti e poi a Genova, nel capoluogo ligure uccise diverse persone prima di colpire in Piemonte. Il 16 ottobre 1997 assassinò Giorgio Centanaro, soffocato nella sua casa. Dopo una prima archiviazione per morte naturale, sarebbe stato proprio Donato Bilancia ad autoaccusarsi sostenendo di aver eliminato la vittima dopo aver subito una truffa al tavolo da gioco.
Il 24 ottobre successivo, per un movente simile, uccise Maurizio Parenti e la moglie, Carla Scotto, freschi di nozze. L’uomo sarebbe stato ritenuto da Bilancia complice della prima vittima nella truffa ai suoi danni nell’ambito del gioco d’azzardo. Il 27 ottobre, ancora a Genova, il duplice omicidio dei coniugi Bruno Solari e Maria Luigia Pitto, titolari di un’oreficeria. Pochi giorni dopo, il 13 novembre, a Ventimiglia, la morte di Luciano Marro. Alle predette tre vittime avrebbe anche sottratto del denaro. Il 25 gennaio 1998 un altro delitto: a Genova, Donato Bilancia avrebbe assassinato il metronotte Giangiorgio Canu. Il 9 marzo dello stesso anno, a Varazze, l’omicidio di Stela Truya, prostituta albanese. 8 giorni più tardi, a Pietra Ligure, quello di Ljudmyla Zubskova, prostituta ucraina uccisa con un colpo di pistola alla testa. Il 20 marzo, di nuovo a Ventimiglia, l’omicidio del cambiavalute Enzo Gorni. Il 24 marzo seguente, nei pressi di un’abitazione di Novi Ligure in frazione Barbellotta, “Villa Minerva“, Donato Bilancia si appartò a bordo della sua Mercedes con Lorena, prostituta transessuale che si salvò per miracolo dalla furia omicida del serial killer. A morire furono due metronotte, Massimiliano Gualillo e Candido Randò, freddati da Bilancia dopo che questi avrebbero tentato di farlo scendere dall’auto dopo aver notato movimenti sospetti. Il 29 marzo, a Cogoleto, un’altra prostituta uccisa, Tessy Adodo, nigeriana il cui omicidio avrebbe in qualche modo dato impulso a una prima svolta: le indagini avrebbero infatti evidenziato un collegamento al delitto di Stela Truya e a quelli delle prostitute uccise in quel periodo. Tutti commessi con la stessa arma.
Donato Bilancia “mostro dei treni”
Proprio la testimonianza della trans Lorena avrebbe permesso agli inquirenti di produrre un identikit di Donato Bilancia accelerando la chiusura del cerchio intorno al suo profilo di serial killer. A quel punto, riconosciuta la sua auto, l’assassino avrebbe optato per un cambio di strategia negli omicidi. Incorniciando le sue successive azioni delittuose nel macabro soprannome “il mostro dei treni”. Il 12 aprile 1998, sull’Intercity La Spezia-Venezia, l’omicidio di Elisabetta Zoppetti, infermiera milanese. Il 14 aprile il delitto di Kristina Valla, prostituta di origine macedone. Il 18 aprile, ancora su un treno, l’omicidio di Maria Angela Rubino, babysitter assassinata sulla tratta Genova-Ventimiglia.
L’ultimo omicidio attribuito a Donato Bilancia risale al 20 aprile 1998, consumato nell’area di servizio Conioli Sud lungo l’autostrada Genova-Ventimiglia. A morire sotto i colpi del serial killer fu Giuseppe Mileto, un benzinaio che sarebbe stato ucciso senza pietà per essersi rifiutato di fargli credito per un pieno. In carcere, nei 22 anni di detenzione per i crimini commessi, Donato Bilancia si laureò. Nel dicembre 2020 la sua morte.