Neonato salvato nel trapanese, il carabiniere: “Ha strillato con quanto fiato aveva”
La storia del neonato abbandonato a Paceco, in provincia di Trapani, ha i contorni di un vero e proprio miracolo. Il piccolo è stato salvato dai carabinieri, allertati da un contadino di passaggio. A trovarlo, infatti, proprio l’uomo che si stava recando in campagna per lavorare la terra. Lì, in una busta di plastica, c’era il piccolo, nato probabilmente da qualche ora e con il cordone ombelicale tagliato. Alberto Marino, il vicebrigadiere che con un collega e con gli operatori del 118 ha salvato il bimbo dopo la chiamata, ha raccontato al Corriere della Sera: “Il piccolo è salvo solo perché ha strillato e pianto con quanto fiato aveva, attirando l’attenzione di un contadino che passava per andare al lavoro”.
A sentire il pianto del neonato era stato un contadino, che ha immediatamente chiamato le forze dell’ordine e il 118. Il bimbo, con il cordone ombelicale tagliato e la placenta nella busta, è stato portato subito in ospedale. Fortunatamente la busta era aperta e il piccolo poteva respirare, ma se non fosse stato notato dall’uomo, non sarebbe sopravvissuto a lungo. I medici che lo hanno preso in cura hanno deciso di chiamarlo Francesco Alberto: Francesco, perché ritrovato (e probabilmente nato) nel giorno del santo di Assisi, e Alberto come Alberto Marino, il carabiniere rimasto in ospedale fino alla sera con lui.
Neonato salvato nel trapanese, il carabiniere: “È stato un miracolo”
Al Corriere della Sera, Alberto Marino ha raccontato: “Mi hanno detto che pesa tre chili ed è lungo 50 centimetri, è bellissimo. Io e il mio collega, l’appuntato Leonardo Tumbarello, siamo stati avvisati dalla centrale operativa che aveva ricevuto la segnalazione del ritrovamento del bimbo dal contadino che gli ha salvato la vita. Erano le 17,30. Siamo corsi in ospedale subito e abbiamo predisposto l’accoglienza del neonato allertando il pronto soccorso e la neonatologia e liberando l’ambulatorio dagli altri pazienti perché il bimbo ricevesse subito tutte le cure. Poi siamo corsi sul posto dove già era intervenuto il 118. Il piccolo era in ambulanza e lo abbiamo scortato in ospedale. Era stato avvolto dagli infermieri in una termocoperta e credo avesse i segni di piccole ustioni per l’esposizione al sole. Da quanto i medici hanno appurato è stato lasciato subito dopo la nascita ed è rimasto nella busta di plastica otto-nove ore. Per fortuna il sacchetto in cui l’avevano messo era aperto e ha potuto respirare”.
Quando ha raccontato l’accaduto ai suoi tre figli piccoli “mi hanno chiesto quando lo portiamo a casa con noi, lo vorrebbero”. Lo stesso carabiniere sarebbe ben felice della new entry perché quella vissuta è stata “un’esperienza indescrivibile. Sono nell’Arma dal 2006, ho lavorato al Nord, poi nel palermitano. Ora sono al nucleo operativo radiomobile, ma mai ho provato una emozione così intensa”. Alberto Marino non ha dubbi: “So che è stato un miracolo che il contadino si trovasse a passare di lì. Nella tragedia il bimbo è stato fortunato”.