Roncadelle, padre sequestra suo figlio per tutta la notte
Durante la diretta odierna di Storie Italiane in onda su Rai 1 è intervenuto l’avvocato Scapaticci, legale del padre che ha sequestrato il figlio. L’avvocato è stato il primo ad entrare nell’appartamento dell’uomo, con il giubbotto antiproiettile, ed ha abbracciato il bambino e il padre, prima di spingerlo alla resa. L’avvocato, ai microfoni di Storie Italiane ha raccontato la sua versione: “Il mio è stato un intervento sentito e doloroso perché la situazione lo richiedeva”, ha iniziato, “la mia partecipazione è iniziata alle 8”. Ma ci tiene anche a fare una precisazione, la donna che ha portato fuori il bambino, “non era la mamma, era l’assistente sociale”, a differenza di quanto detto dai media ieri.
Fuori dall’appartamento del padre che ha sequestrato il figlio, “ho trovato il procuratore Prete (..) mi hanno dato il telefono per mettermi in contatto con Bruma, dapprima ho cercato di persuaderlo a cercare di smetterla di avere questo atteggiamento”, tuttavia Bruma sarebbe “stato fermo nel rifiutare ogni possibilità”. Prima di entrare nel palazzo, “ci sono state diverse telefonate, poi mi hanno dato il giubbotto antiproiettile e siamo saliti”. Una volta fuori dall’appartamento, però, continua l’avvocato, “abbiamo aspettato sul pianerottolo per parecchio tempo”, avrebbero parlato con bruma attraverso la porta di casa sua, l’avvocato sarebbe stato inizialmente gentile con Bruma, “poi sono stato perentorio nel dire di smetterla di avere quell’atteggiamento”.
Padre sequestra figlio: “Lui piangeva, il bambino era tranquillo”
L’avvocato Scapaticci, legale del padre che ha sequestrato suo figlio, a questo punto è sul pianerottolo, con i Carabinieri. Bruma, al telefono, “ha preso del tempo, ha chiesto 2 ore, poi sono diventate molte meno”. Nel frattempo, “ci siamo sentiti in video chiamata, ho visto il bambino che stava bene e guardava la tv”, poi “quando siamo arrivati alla fine, ho sentito dire che avrebbe aperto”. Sul pianerottolo “tutti i carabinieri erano preoccupati, lui ha aperto la porta ed era al centro della stanza con il bambino in braccio, il padre piangeva ma il bambino era tranquillo, sono entrato e li ho abbracciati, sono entrati i carabinieri, abbiamo aspettato il procuratore e abbiamo parlato attorno ad un tavolo”.
A quel punto, insomma, il padre che ha sequestrato il figlio si sarebbe arreso. Secondo l’avvocato, “Bruma era veramente molto preoccupato”, mentre sulle questioni legali, Scapaticci specifica che “l’arma aveva la matricola abrasa, ma lui l’ha consegnata spontaneamente”. Si tratterebbe, secondo il legale, di “un amore ossessivo per questo bambino”, ma Bruma “sceglie dei metodi che sono assolutamente illeciti, oltre che sbagliati, ma non è qualcuno che farebbe qualcosa di brutto”. L’avvocato non vuole “giustificare questi comportamenti, il padre sarà punito e non cerco giustificazioni” anche perché “durante i miei rapporti con Bruma, lui mi diceva ‘mi farei 4 anni di carcere per avere 2 ore solo con il mio bambino’, è un’ossessione, è sbagliato”. Ciò che vuole l’avvocato, piuttosto, è che si capiscano le motivazioni del gesto del padre che ha sequestrato il figlio.