Orietta Berti: “Tenco? Ho avuto una sensazione di isolamento”
Orietta Berti, sulle pagine de La Stampa, racconta come ha vissuto il suicidio di Luigi Tenco, che nel bigliettino con le spiegazioni sul suo gesto scrisse: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io, tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi“.
Io, tu e le rose, canzone di Orietta Berti, era infatti arrivata in finale, a discapito di quella di Tenco. La cantante, nonostante sia sempre stata convinta che non fosse stato lui a scrivere quel bigliettino, ha sofferto tantissimo in seguito a quel periodo, come raccontato a La Stampa “Ho sofferto molto, per fortuna mi hanno aiutata. La canzone aveva venduto un milione e mezzo di copie, ma ho avuto una sensazione di isolamento. La tv aveva solo due reti, fino al ’68 non ci sono potuta tornare e tutti mi evitavano. Altra fortuna, il pubblico non mi ha mai mollata, ero giovane e alle prime armi… Pensi ci fossero stati i social“.
Orietta Berti: “Mi volevano su Playboy e…”
Orietta Berti, all’epoca considerata una delle più belle donne del mondo dello spettacolo, disse di no alla coperta di Playboy. Come racconta a La Stampa, “Non solo per il pensiero che mia suocera mi avrebbe portato via mio marito. 55 anni fa, anche mia mamma era una marescialla. Mi dissero al tempo che con i soldi che avrei guadagnato avrei potuto comprare 4 appartamenti, ma intanto avrei messo nel ridicolo Osvaldo. In quel periodo facevano film un po’ spinti, con attrici come Edwige Fenech. Un giorno mi chiamò Tinto Brass, rispose mia mamma: “C’è quello che fa tutti quei film sporchi”. Invece lui disse: “Non la faccio spogliare, deve fare la maggiore”. Tante altre volte mi ha chiamata: “Ho una parte per lei””. Richieste alle quali la Berti ha sempre detto di no.
Un suo sogno, invece, è sempre stato quello di diventare nobile: “Avrei invece volentieri comprato un titolo nobiliare, andai dal marchese Manodori di Reggio Emilia con Osvaldo, sapevo che vendeva il titolo. E comprammo invece due quadri del Seicento che sono ancora nel salone. Lo sa che Serena Dandini è duchessa? Me lo ha detto lei”.
Orietta Berti: “Volevo imitare Mina”
Orietta Berti si definisce una donna normale, nonostante il successo immenso che ha da più di cinquant’anni e che continua ad avere nonostante abbia quasi 80 anni. La cantante infatti ha saputo reinventarsi e adattarsi ai tempi che cambiano: “Io sono una donna normale, e faccio questo lavoro da diva. Non ne ho mai avuto l’atteggiamento, però mi vesto da Nicolò Cerioni che veste i Måneskin, Achille Lauro, Jovanotti. Mi vesto da diva, ma sono normale. Faccio notare che da 40 anni mi produco da sola, dischi e concerti. Se non mi vedete qui è perché canto all’estero“.
La cantante ha rivelato, infine, di aver apprezzato sempre molto Mina: “Ammiro tantissimo Mina e cercavo di imitarla: ma Giorgio Calabrese, il suo autore che mi scoprì, mi disse: “Non devi imitare nessuno, hai una bella voce, usala come sei”. Mi ha mandata a un’etichetta internazionale, la Philips. Bisogna essere intelligenti a decidere, con Osvaldo abbiamo sempre cercato di capire da quelli che ne sanno più di noi. È anche bello vivere nella normalità, pensi a quelli che debbono inventare tutto e poi non entrano nel personaggio che si sono creati”.