LA DENUNCIA DEL VESCOVO CREPALDI CONTRO L’EUROPA CHE HA RECISO LE RADICI CRISTIANE
Un’Europa dilaniata, divisa, attaccata da più parti e incapace di trovare una risposta comune all’emergenza più grave dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: su questo tema interviene il vescovo di Trieste, Mons. Giampaolo Crepaldi, nella lunga intervista a “LaVerità”. La guerra in Ucraina, il caos-energia e gli strascichi della pandemia da Covid-19: per il prelato il problema alla base è tutt’altro che distante dalla tematica religiosa e chiama in prima fila il rapporto sempre più complicato tra Europa e cristianesimo. Secondo Mons. Crepaldi l’Europa di oggi «resta un continente privo di una prospettiva unitaria, dove si giocano interessi divergenti e confliggenti. Rinunciando alle proprie radici», ricorda il vescovo citando Papa Benedetto XVI, «si è sciolto il matrimonio tra Europa e Cristianesimo, ed è un divorzio che non fa bene a nessuno».
Le radici cristiane richiamate in più occasioni dai padri fondatori (laici) dell’Europa post-Seconda Guerra Mondiale sembrano ormai un lontano ricordo che la Chiesa, giustamente, non intende per questo abbandonare: il richiamo fortissimo fatto da Papa Francesco nell’Angelus del 2 ottobre a recuperare la pace tra Russia e Ucraina è rimasto inascoltato praticamente dovunque, Europa compresa. «Anche se è chiaro che siamo davanti a una guerra di aggressione, dalle cause molteplici, è vero che si poteva fare di più sul fronte diplomatico e politico, come chiede il Papa: questa carta andava giocata meglio, proprio per essere fedeli ai presupposti valoriali su cui è nata l’Europa», spiega ancora il vescovo Crepaldi. La strada del dialogo è irta e non compresa da più parti, ma su questo la Chiesa non può rinunciare: «c’è una debolezza delle chiese sul tema della pace: manca quella unità – ripetutamente invocata dal Papa – tra Chiesa cattolica, chiese ortodosse e chiese protestanti».
MONS. CREPALDI: “PAPA FRANCESCO ASCOLTATO SOLO SE PARLA DI ECOLOGIA E MIGRANTI. SUGLI ALTRI TEMI INVECE…”
Dalla guerra al Covid e all’economia: secondo Monsignor Crepaldi la crisi energetica di questi giorni non fa che ribadire la crisi interna all’Europa dove i Paesi proseguono nel muoversi singolarmente, «Germania in testa». Richiamando le parole di Papa Giovanni Paolo II e dello stesso Francesco, «l’Europa manca di quei valori fondanti che hanno dato spessore al suo progetto. In questo senso è un’opera ancora incompiuta». La questione antropologica è centrale ancora una volta, anche sul tema della guerra e degli sforzi europei per farne fronte: secondo Mons. Crepaldi, «La Chiesa sostiene che l’uomo è capace di capire sé stesso e di dare una prospettiva di senso al suo vivere se lega la sua vita a Dio. La modernità dice esattamente il contrario. Ma dopo anni di secolarizzazione, oggi emerge la verità: il senso del tutto l’uomo non può darselo da solo».
Dalle colpe dell’Europa secolarizzata e anti-cristiana a quelle della Chiesa in questi ultimi decenni: secondo la visione del vescovo di Trieste, parte del problema è rappresenta dal ruolo “dimesso” che troppo spesso alcuni membri della Chiesa hanno rappresentato sui temi dirimenti per l’evoluzione della società. Fin dalle leggi su divorzio e aborto: «Va riconosciuto che c’è un silenzio crescente del Magistero di fronte alle grandi questioni, su cui sarebbe opportuno dire una parola, e dirla chiara. La Chiesa non ha certo cambiato posizione sui “principi non negoziabili”, ma ha abbassato un po’ la voce». Papa Francesco – come già prima di lui Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Paolo VI – è intervenuto spesso con forte vigore circa i “valori non negoziabili”: per Mons. Crepaldi però, «il problema è che se parla di ecologia e migranti finisce in prima pagina, mentre se affronta altri argomenti i media lo ignorano». Per il vescovo triestino, i media hanno una grave responsabilità «nel trasmettere il messaggio della Chiesa in modo selettivo e manipolatorio». L’ecologia integrale di cui parlava Papa Ratzinger è proprio l’esatto opposto dell’ideologia “green” imperante ormai in tutta Europa (e anche in parte della Chiesa, ndr): secondo Mons. Crepaldi, concludendo l’intervista a “LaVerità”, «ecologia integrale tiene insieme dato ambientale, sociale, personale e spirituale». Occuparsi del destino di un albero, chiosa il vescovo, «poi non ci si cura se i giovani si drogano, la famiglia si sfascia, la società si disgrega ed è teatro di ingiustizie enormi. Neanche l’ambiente naturale reggerà se non regge l’uomo nei suoi valori. Vogliamo consegnare un ambiente sano alle nuove generazioni ma non ci chiediamo: quali giovani vogliamo consegnare al futuro?».