Il Paxlovid, la pillola antivirale contro il covid, potrebbe essere dannosa per quei pazienti che hanno delle patologie cardiovascolari. Stando a quanto riferito dalla Cnn, tali persone potrebbero infatti avere delle serie conseguenze in quanto il Paxlovid andrebbe a “cozzare” con alcune terapie per l’insufficienza cardiaca a cui vengono già sottoposti. La questione viene spiegata nel dettaglio dal documento di revisione realizzato dal Lahey Hospital and Medical Center, della Harvard Medical School e da altre istituzioni statunitensi, che è stato pubblicato nella giornata di ieri, e in cui vengono appunto elencati i farmaci compatibili o meno con Paxlovid. Nel primo gruppo rientrano i medicinali come l’aspirina, mentre nel secondo vi sono altri farmaci il cui dosaggio dovrà essere adeguato o temporaneamente sospeso.
Una situazione che ha vissuto in prima persona il presidente americano Joe Biden, che quando è risultato positivo al covid ed ha assunto proprio il Paxlovid, il suo medico Kevin O’Connor ha sospeso Crestor ed Eliquis, due farmaci per il cuore che il presidente assumere regolarmente. In ogni caso, aggiungono i medici, non vi è alcun rischio per i pazienti che decidono di interrompere per solo qualche giorno queste terapie. Fra i possibili effetti negativi provocati dall’interazione fra la pillola antivirale e alcuni farmaci, vi è quello di un aumento del rischio di sanguinamento, ma anche problemi di tossicità per il fegato, bassa pressione, vampate e gonfiore.
PAXLOVID, INTERAZIONE NEGATIVA CON FARMACI CARDIOVASCOLARI: “FONDAMENTALE SAPERLO…”
Jayne Morgan, cardiologa e direttrice clinica della Covid Task Force presso il Piedmont Hospital/Healthcare di Atlanta, ha spiegato: “Ci sono alcuni farmaci che semplicemente non si potranno interrompere e un medico dovrà prendere una decisione. È un’analisi rischio-beneficio”, di conseguenza toccherà ai medici stabilire il da farsi, anche perchè, ricordiamo, il Paxlovid va preso in una finestra breve di tempo, subito dopo la comparsa dei sintomi covid. La cosa certa è che la pillola dovrebbe essere evitata se non si ha la possibile di interrompere “in sicurezza” alcuni farmaci cardiovascolari potenzialmente interagenti con la stessa. Sarju Ganatra, direttore del programma di cardio-oncologia presso il Lahey Hospital and Medical Center nel Massachusetts, autore senior del documento, ha aggiunto: “La consapevolezza della presenza di interazioni farmacologiche di Paxlovid con i comuni farmaci cardiovascolari è fondamentale. Interventi a livello di sistema integrando le interazioni farmacologiche nelle cartelle cliniche elettroniche potrebbero aiutare a evitare eventi avversi correlati”.
“La prescrizione di Paxlovid – ha aggiunto – potrebbe essere incorporata in un insieme di ordini, che consente ai medici, siano essi medici di base o fornitori di cardiologia, di escludere consapevolmente qualsiasi controindicazione alla co-somministrazione di Paxlovid. La consultazione con altri membri del team sanitario, in particolare i farmacisti, può rivelarsi estremamente preziosa. Tuttavia, la comprensione fondamentale da parte di un operatore sanitario delle interazioni farmacologiche con i farmaci cardiovascolari è fondamentale”.