Bullismo, don Gaetano: “I giovani si sentono schiacciati”
La psicoterapeuta Maria Rita Parsi e il parroco della Chiesa del Santissimo Redentore di Roma don Gaetano Saracino hanno parlato di bullismo. Ospiti a Di Buon Mattino, hanno affrontato lo spinoso tema da due punti di vista differenti. Se la psicoterapeuta ha spiegato infatti la questione dal punto di vista sociale e scientifico, il parroco ha analizzato la realtà che vede quotidianemente sotto i propri occhi: “Sono quelle cose urgenti che rischiano di farci dimenticare le cose importanti. Da una parte le cause, dall’altra gli effetti. Stiamo vivendo una realtà in cui, schiacciati da un eterno presente, con poco sguardo sul futuro, e in un didentro che non coltiva il sacrifico e l’impegno, si cerca solo la gratificazione che non è una cosa che si ha continuamente fine a se stessa. Ci si sente schiacciati in una realtà in cui si cerca di farsi grandi e potenti, o prepotenti, con gli altri. O si fanno quelle cose che riportano a forma di prepotenza verso i più deboli. Senza responsabilità e conseguenze. Dall’altra parte abbiamo la realtà delle vittime che sono poco attenzionate, se non quando le cose si sono ormai compiute”.
A detta di don Gaetano Saracino, “C’è il rischio che la parrocchia venga vista come quella che debba risolvere tutti i problemi ma non è così. Non è il luogo della delega. A volte vediamo i ragazzi in azione, in un contesto diverso da scuola, famiglia, sport… Spesso passano tantissimo tempo da soli, con la tecnologia. In parrocchia ci si accorge di quello che i ragazzi vivono dentro con lo sconquasso interiore. I ragazzi si sanno fidare ma ci sono persone disposte a perdere tempo con loro?”.
Bullismo, la psicoterapeuta: “Dobbiamo acquistare tempo con i ragazzi”
Maria Rita Parsi, a Di Buon Mattino, ha analizzato così il fenomeno del bullismo: “La prima agenzia educativa è la famiglia, la seconda la scuola. Sono di fondamentale e formidabile importanza. Cominciamo col dire che gli adulti devono essere competenti rispetto alle responsabilità che hanno di fronte ad adolescenti e preadolescenti, che hanno nelle mani l’atomica dei virtuale. I giovani devono sapere che usare questo mezzo in modo persecutorio è pericoloso, sia che siano bulli che bullizzati”.
La psicoterapeuta ha poi parlato di uno studio al quale ha collaborato: “Abbiamo collaborato con un’indagine della CNN durante il lockdown su chi era vittima di cyberbullismo. Abbiamo cominciato a vedere chi erano gli attori del bullismo. Il 28.5% dei bambini intervistati si è dichiarato attore di bullismo. Il 54% degli adolescenti intervistati ha detto di essere attore di cyberbullismo e il 32.2% di subirlo. Quando intervistando dei ragazzi ci si trova di fronte a questa dichiarazione, significa che stiamo facendo un’identificazione con un’azione di potere per qualcosa che di fragile ha dentro il bullo“. Infine, una riflessione: “Bisogna acquistare tempo, non perdere tempo con i ragazzi. L’amore non è un braccio di ferro, ma un abbraccio. I ragazzini fanno il braccio di ferro a chi è più forte e vedono gli esempi nella società. È un gioco che si fa nel governo delle famiglie”.