Il morbo di Crohn è la malattia di cui soffriva Franco Gatti dei “Ricchi e Poveri“, morto nella giornata di martedì 18 ottobre 2022, e che si era riacutizzata dopo il contagio da Covid, come lui stesso aveva rivelato lo scorso 22 febbraio 2022 a “Storie Italiane”, trasmissione di Rai Uno condotta da Eleonora Daniele. Al momento, lo precisiamo, non è stato reso noto se tale patologia sia stata la causa del decesso dell’artista, ma purtroppo da tempo accompagnava la vita di Franco Gatti, dopo essersi manifestata per la prima volta in giovane età.
Ma cos’è il morbo di Crohn? Si tratta di una malattia infiammatoria cronica intestinale che può colpire la parete di tutto il tratto gastrointestinale. La sua eziologia è multifattoriale e prevede una predisposizione genetica, una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino e fattori ambientali ancora poco noti. Causa ulcere intestinali, alternate a tratti di intestino sano, e, qualora non sia curata adeguatamente, può portare a complicanze quali stenosi e/o fistole, che possono richiedere un intervento chirurgico.
MORBO DI CROHN, SINTOMI E CURA DELLA MALATTIA DI FRANCO GATTI
I sintomi del morbo di Crohn, malattia di cui soffriva Franco Gatti, sono diversi: si va dal dolore addominale alla diarrea cronica (per più di 4 settimane), dalla perdita di peso alla febbricola persistente. Talvolta si osservano perdite di sangue misto alle feci, dolori articolari e altre manifestazioni non intestinali. Tuttavia, talvolta il morbo di Crohn non dà sintomi particolari e viene scoperto solo casualmente durante accertamenti radiologici o endoscopici.
La cura mira a sedare l’infiammazione dell’intestino, agendo sui meccanismi cellulari e molecolari dell’intestino e del sistema immunitario. Fra i trattamenti figurano gli antibiotici intestinali (solitamente somministrati solo in presenza di complicanze), gli steroidi sistemici o a bassa biodisponibilità, le tiopurine, il metotrexate, i farmaci biologici, le cellule staminali mesenchimali adulte umane allogeniche espanse, farmaci sperimentali (disponibili solo per studi clinici preso centri d’eccellenza) e, infine, la chirurgia, utile a rimuovere le complicanze irreversibili di tale malattia quando i farmaci si rivelano inefficaci.