Tamara, la moglie di Valerio, nipote di Silvia Cipriani, la postina 77enne scomparsa da Rieti in estate, è intervenuta ai microfoni de “La Vita in Diretta”, trasmissione di Rai Uno condotta da Alberto Matano. In un’intervista concessa all’inviata del programma, Lucilla Masucci, la donna ha dichiarato: “Speriamo tuttora che sia una disgrazia, un incidente inteso come un malore, come una perdita di memoria. Vogliamo credere che non sia stato nessuno a farle del male”.
Quando Tamara e Valerio hanno osservato il punto nel quale è stata rinvenuta l’automobile, ha spiegato la consorte del nipote di Silvia Cipriani, “siamo rimasti increduli. Lei non doveva essere lì, sicuramente: è un luogo che lei non avrebbe dovuto raggiungere, lontano da tutte le possibili strade che lei avrebbe potuto percorrere. Immaginarla lì da sola ci fa veramente male. Abbiamo dei dubbi, tutto è possibile. Chiunque possa avere sentito qualcosa, lo comunichi: vogliamo arrivare alla verità, non abbiamo sospetti che qualcuno possa avere fatto male a zia Silvia”.
SILVIA CIPRIANI, PARLA TAMARA: “A CASA SUA TUTTO ERA IN ORDINE, C’ERA IL TELEFONINO ACCESO”
Nel prosieguo delle affermazioni pronunciate a “La Vita in Diretta”, Tamara ha raccontato che lei e suo marito avevano chiesto più volte a Silvia Cipriani “di venire a casa, per proteggerla dalla solitudine in cui era. Non ci dava fastidio, non ci davano fastidio gli animali, che peraltro erano del papà di Valerio. Qualcuno è andato perduto e noi li abbiamo ricomprati per non avere quelle stalle vuote, in memoria di mio suocero e di mia zia”.
Quando il sabato Tamara e Valerio si sono recati a casa della zia Silvia Cipriani per cercarla, hanno trovato il cancello aperto: “L’abitazione era in ordine, come se lei fosse uscita da cinque minuti, non c’erano segni di colluttazione. Io non sono entrata, Valerio sì. Il telefonino era tranquillamente acceso nella stanza dove lei lo teneva abitualmente. Se lo portava sempre dietro, anche se non sapeva usarlo. Inoltre, portava con sé anche l’involucro del cellulare. Quel giorno non aveva né l’uno, né l’altro”.