IL DIVIN CODINO: ROBERTO BAGGIO E ARRIGO SACCHI, UN RAPPORTO DI AMORE E ODIO
Il travagliato rapporto tra Roberto Baggio e Arrigo Sacchi è al centro de Il Divin Codino, il film in onda su Canale 5 che ripercorre la carriera del campione di Caldogno. Ne è uno dei temi principali: Baggio e Sacchi, un iniziale amore che è poi sfociato in una ostilità quasi aperta. Il rapporto inizia idealmente nel 1991: Sacchi succede ad Azeglio Vicini alla guida della nazionale, che ha mancato la qualificazione agli Europei (all’epoca, alla fase finale partecipavano solo 8 squadre). Roberto Baggio, impegnato nella sua seconda stagione con la Juventus, è un nuovo punto fermo di un’Italia che per volere del CT di Fusignano viene invece negata ad altri elementi come Roberto Mancini e Salvatore Schillaci (tra gli altri).
Le cose iniziano bene: il Divin Codino segna 5 gol nelle qualificazioni ai Mondiali e la nazionale vola negli Stati Uniti. Nel primo turno però Baggio è condizionato da qualche problema fisico, e nel corso della seconda partita arriva il fattaccio: Gianluca Pagliuca viene espulso, deve subentrare il portiere di riserva (Luca Marchegiani) e Sacchi decide che a lasciare il campo debba essere Roberto Baggio. È il 21’ minuto: le telecamere di tutto il mondo inquadrano il Divin Codino mentre mormora “Questo è matto” all’indirizzo del suo Commissario Tecnico.
MONDIAMO 1994, L’ASCESA DI ROBERTO BAGGIO NEGLI USA
Poi però arrivano le fasi finali, ovvero le partite ad eliminazione diretta: la storia la conosciamo, Roberto Baggio si sblocca contro la Nigeria portandoci incredibilmente ai supplementari e, tra ottavi, quarti e semifinali, segna 5 gol che ci trascinano alla finale contro il Brasile. A Pasadena il Divin Codino non è al top, ma sceglie di giocare: andrà a finire con quel rigore sbagliato che consegnerà il titolo Mondiale alla Seleçao. All’epoca però sono in pochi a pensare che la carriera di Baggio in nazionale sia conclusa: Roby ha 27 anni, ha vinto il Pallone d’Oro nella stagione precedente, è un campione a tutti gli effetti e soprattutto, senza di lui, l’Italia non sarebbe mai e poi mai arrivata a un’altra finale, 12 anni dopo quella vinta al Santiago Bernabeu contro la Germania Ovest.
Invece, succederà proprio questo: nonostante un Mondiale straordinario, tra i migliori in assoluto per prestazione individuale, qualcosa tra Arrigo Sacchi e il Divin Codino si è incrinato. Il motivo? Fonti apparentemente informate mormorano che il CT di Fusignano volesse dimostrare a se stesso e al mondo come le sue idee di calcio, i suoi schemi che già avevano portato il Milan sul tetto d’Europa e del mondo, fossero comunque più importanti del talento del singolo. Del resto, che questo fosse il credo di Arrigo Sacchi è storia anche nota; a pagare sarà incredibilmente Roberto Baggio.
BAGGIO-SACCHI, RAPPORTO IN CRISI: ECCO COS’È SUCCESSO
Come finirà? Dopo la finale dei Mondiali, sotto la guida di Sacchi, Baggio giocherà appena due partite in nazionale: due gare delle qualificazioni agli Europei 1996 contro Croazia (persa) e Slovenia (vinta), nella seconda occasione subentrando al 60’. Alla fase finale della competizione l’Italia arriverà, ma Baggio non ci sarà: del tutto intenzionato a portare avanti la sua “battaglia”, Arrigo Sacchi sceglierà di non convocarlo per la kermesse inglese. La parziale vendetta del Divin Codino arriverà con l’eliminazione al primo turno da parte degli azzurri, fatti fuori dalla Germania in una partita in cui Gianfranco Zola sbaglierà un rigore decisivo.
Bisognerà attendere l’aprile 1997 per rivedere Roberto Baggio in nazionale, con tanto di gol in un 3-0 alla Polonia: a quel punto, la panchina dell’Italia è già di Cesare Maldini che porterà il Divin Codino ai Mondiali 1998, in una bellissima staffetta con il rampante Alex Del Piero. È un’altra storia: quella del rapporto con Arrigo Sacchi termina idealmente al Milan, dove il tecnico di Fusignano torna per cercare di salvare una barca che però affonda. Baggio è al suo secondo anno rossonero: gioca poco, alla fine della stagione entrambi lasciano e il Divin Codino riparte da Bologna, reinventandosi un’ultima, straordinaria parte di carriera. Chissà come sarebbero andate le cose se Sacchi avesse deciso di sprigionare realmente il talento di Baggio, come già fatto ai Mondiali 1994: non lo sapremo mai.