Toni Capuozzo, giornalista con una lunga esperienza in termini di geopolitica estera, ai microfoni di TgCom 24 ha commentato le ultime evoluzioni fatte registrare dalla guerra in Ucraina avviata dalla Russia con l’invasione dello scorso 24 febbraio. In collegamento audiovisivo, l’ospite ha dichiarato che “siamo a poche settimane dall’arrivo dell’inverno in quelle terre, con fango, neve e spostamenti più difficili. Io credo che entrambe le parti, tanto gli ucraini quanto i russi, stiano cercando di guadagnare posizioni. Il braccio di ferro si è fatto più intenso e credo che nessuno voglia mostrare segni di cedimento e si tenti di andare avanti in un’escalation al momento limitata al campo di battaglia, ma nei prossimi mesi in realtà non sapremo dove potrebbe arrivare”.
L’insidia nucleare è purtroppo sempre dietro l’angolo, tanto che negli Stati Uniti d’America già si ipotizza dove potrebbe essere eventualmente sganciata la bomba atomica (clicca qui per approfondire la notizia), anche se chiaramente la speranza è che si possa giungere prima a una trattativa proficua e che possa condurre progressivamente a un definitivo ‘cessate il fuoco’.
TONI CAPUOZZO SULLA GUERRA IN UCRAINA: “A LIVELLO INTERNAZIONALE MOLTI SOFFIANO SUL FUOCO, PIUTTOSTO CHE PROVARE A SPEGNERLO”
Nel prosieguo della sua apparizione televisiva, Toni Capuozzo ha asserito che “da un parte Zelensky dice che non tratterà mai con Putin, dall’altra parte Putin ha dichiarato i territori annessi come parte irrinunciabile della Russia e ovviamente questa non è una base su cui si possa intavolare un dialogo per arrivare a un compromesso. Entrambe le parti si stanno tagliando i ponti alle proprie spalle e a livello internazionale ci sono molti che soffiano sul fuoco, piuttosto che provare a spegnerlo”.
Infine, Toni Capuozzo ha analizzato la posizione della Cina in questa situazione complicata: “La Cina è legata da un rapporto di lunga amicizia, di collaborazione e di sostegno alla Russia, ma contestualmente è la potenza che spinge di più verso un dialogo e teme di vedere un’Europa economicamente depressa, poiché il Vecchio Continente è un business per il mercato cinese”.