L’Italia continuerà ad armare l’Ucraina nella guerra scatenata dalla Russia con la sua invasione? Una domanda dalla risposta per nulla ovvia, stando a quanto spiegato da Lucio Caracciolo, direttore di Limes. «Credo che siamo l’unico Paese al mondo che fornisce armi all’Ucraina senza dire quali e quante, questo perché evidentemente il precedente governo aveva valutato che se l’avesse detto sarebbe caduto. Già questa mancanza di trasparenza è un problema. Non so se questo governo sarà in grado di continuare ad armare l’Ucraina senza dire come e quanto», ha spiegato il giornalista ed esperto di geopolitica a Mezz’ora in più. A proposito della guerra e dei vari scenari, ha rimarcato il ruolo degli Stati Uniti, anche per la pace: «Gli americani sottobanco qualche segnale l’hanno dato, si sono tenuti Lavrov cinque giorni. Loro hanno detto che vogliono trattare con Putin, gli ucraini no e questa non è una differenza da poco».
Lucio Caracciolo si è poi soffermato sugli equilibri nel Vecchio Continente: «Quella che noi chiamiamo Europa è stata in questi ultimi decenni un sistema a guida tedesca, con la compartecipazione della Francia. Gli altri dovevano seguire. Ora la situazione è diversa, anche perché siamo in una situazione di guerra». Quindi, ha fatto un esempio chiaro: «Oggi in Europa uno dei Paesi più importanti è la Polonia, ma perché gli Stati Uniti puntano tutto su di lei e la arma fino ai denti. Quelli che erano messi all’angolo improvvisamente diventano dei campioni. La Germania è in difficoltà e pure la Francia è in crisi di identità».
CARACCIOLO “RISCHIO GUERRA A TAIWAN È ALTO”
La collocazione europea non cambia, a cambiare sono i rapporti di forza all’interno dell’Europa. In questa situazione per Lucio Caracciolo il nostro Paese ha più libertà, ma in una situazione senza dubbio caotica. E ha fatto notare che «il sovranismo in realtà non è altro che nazionalismo. In questo momento questa pulsione domina in tutti i Paesi, anche in Francia e Germania». Riguardo le recenti affermazioni di Silvio Berlusconi su Vladimir Putin e le posizioni di Matteo Salvini, non è affatto preoccupato: «Per quali opinioni possano avere, certamente contano poco. Non dobbiamo dimenticare che siamo in guerra, quindi ci sono dei limiti che non possono essere valicati, chi lo fa una brutta fine. Quindi, non penso ci sia questo problema». Il problema è un altro, cioè che «tutto il contesto euroatlantico ha idee diverse su come gestire questa guerra. Questo è il problema. Molto dipende dagli americani, che però aspettano le elezioni di Midterm per capire che posizione prendere».
Inoltre, Lucio Caracciolo rimarca le differenze tra Europa e Usa sul rapporto nel triangolo tra Russia e Cina. «Mentre gli americani dichiarano la Cina nemico numero uno, per gli europei è un mercato irrinunciabile. La Cina è la migliore garanzia rispetto al fatto che Putin non userà la bomba atomica, perché sarebbe la fine del rapporto con Cina e India. Se non altro, bisogna riconoscere questa funzione oggettiva alla Cina». A tal proposito, Lucio Caracciolo ha concluso spiegando che c’è un altro fronte caldo: «In questo momento l’asse fra Cina e Russia è entrato in crisi, per gli Usa è probabile una guerra in tempi ravvicinati con Taiwan. Quando metti in moto dei meccanismi militari, è molto difficile fare marcia indietro. Quindi, ora si è creata una situazione in cui da un momento all’altro può scoppiare una guerra».