Siamo all’undicesima giornata e la Serie A ha un sussulto: è tornata la Juve. Ciò vale per i polli che non vogliono capire che la Gobba si piega, è naturale, ma non muore mai. Contro l’Empoli ha fatto una partita dignitosa magnificata da alcuni per il risultato bugiardo che punisce i toscani più del dovuto. Anzi, in particolare nel primo tempo, l’Empoli avrebbe meritato almeno il pareggio. Ha avuto una occasione enorme con Destro, solo davanti al portiere gli ha sparato addosso il pallone del pareggio rovinando così il gran gioco empolese. Il pareggio avrebbe creato il panico nei bianconeri. Contro di loro non puoi buttare nessuna occasione altrimenti si ringalluzziscono e ti sfracellano. Così è avvenuto.
Milan vs Monza è parsa la partita fotocopia di quella della Juve. Il Monza ha coglionescamente pensato di giocare alla pari dei casciavit, palleggiato, fatto possesso palla e sbagliata con Carlos Augusto un’enorme occasione. I rossoneri, non tanto con il gioco di squadra ma con la superiore forza dei singoli, si sono affacciati, nel primo tempo, due volte all’area brianzola e realizzati, con Diaz, due goal. Così si gioca. La partita pareva la coppa dell’amicizia tanto che ha commesso più falli il Milan del Monza. La difesa dei brianzoli sapeva di ottimo burro. Ad inizio ripresa Monza volitivo, proprio come l’Empoli a Torino, ma Caprari ha sbagliato l’unica buona occasione. Ho pensato: inizia la goleada milanista. Questo perché, pur senza grande impegno, il Milan non faticava a controllare l’incontro. Infatti, pur gigioneggiando, ogni volta che avanzava creava pericoli come quando, dopo l’ottimo dribbling di Messias, la palla perveniva ad Origi che la scaricava in rete. Poi i biancorossi hanno segnato la meritata rete della bandiera con una punizione spettacolare di Ranocchia junior. Anche Leao ha partecipato alla festa del goal, uno solo, per educazione. Buon allenamento del Milan, il Monza visto contro la Juve aveva tutta un’altra grinta.
Passiamo alle partite vere. L’Inter a Firenze ha iniziato con un pressing asfissiante, una pressione incontenibile e dopo neanche due minuti una combinazione Lautaro-Barella ha dato il vantaggio ai bauscia. Quando la viola pareva aver capito come affrontare la Beneamata, ci ha pensato, con azione personale, Lautaro a punirla, una rete alla Milito. La Fiorentina è sicuramente una buona squadra ma Italiano le fa praticare un gioco “presuntuoso” che non tiene conto dei limiti dei giocatori a disposizione. Sempre in palleggio, troppa vocazione all’attacco, la squadra non è equilibrata e rischia troppo. I nerazzurri a Firenze hanno giocato molto in verticale con appoggi diretti sugli attaccanti e rapidi cambi di fascia. Solo un rigore da polli per fallo commesso da Dimarco senza alcun motivo ha rimesso in partita la Florentia. L’Inter si è portata troppo indietro e, in più, giocava in dieci perché Correa era nullo. Così facendo, ho pensato, l’Inter rischia. Infatti inizia il secondo tempo e si va sul 2-2. Finalmente fuori Correa e dentro Dzeko. I nerazzurri sono ritornati quelli delle partite perse nella ripresa, il gioco era nelle mani dei viola cresciuti paurosamente. Quando tutto pareva propendere verso la Fiorentina, su un raro attacco interista, i nerazzurri hanno conquistato un rigore per il vantaggio. È finita? No i toscani pareggiano all’inizio del ricupero, il risultato sarebbe corretto ma, dopo quattro minuti arriva la sgroppate di Barella con rete Mkhi e per l’Inter sono tre punti vitali con ritorno, importante, al fattore C.
Nel frattempo è nato il primo Governo italiano a guida femminile. Già sono partite le laudi dei tifosi e i fischi degli avversari. E dai, lasciamo che, in termini calcistici, il Governo Meloni possa svolgere il proprio gioco, poi giudicheremo. Intanto grazie a Mario Draghi per aver ridato immagine a livello internazionale al nostro Paese, spero voglia rimanere in pista, non si sa mai.
A Bergamo la Lazio, per tutto il primo tempo, è parsa una maestra di ballo per l’Atalanta. Più la Dea tentava di pressare e più i biancazzurri si divertivano nel torello. Fortunati i bergamaschi nel portarsi all’intervallo sotto solo di una rete. Non è cambiata la musica ad inizio ripresa. In una delle poche volte in cui hanno attaccato i nerazzurri il pressing laziale li ha bloccati ripartendo lanciando con un dai e vai un uomo sulla sinistra seguito al centro da Anderson che, ricevuta la palla, l’ha scaraventata in rete trasformando la Lazio nella terza forza del campionato, proprio alla pari con gli atalantini.
Pura adrenalina lo scontro fra la Maggica e il Napoli. Ad un primo tempo equilibrato durante il quale ognuna delle avversarie ha mirato a primeggiare, la ripresa è iniziata con i partenopei pressanti in avanti. Sono nate diverse occasioni fra cui una clamorosa sbagliata goffamente da Juan Jesus. Grande la spinta che i tifosi giallorossi apportavano alla squadra che subiva troppo le avanzate napoletane. La partita è comunque sempre apparsa bloccata tatticamente con gli attaccanti che, nelle poche occasioni in cui prevalevano sulle difese, buttavano le occasioni al vento. Dopo la girandola dei cambi, che non ha portato a stravolgimenti tattici ma solo freschezza, le squadre, pur non rinunciando a cercare la vittoria, hanno mirato a svolgere un gioco più guardingo affidandosi alle ripartenze. Durante una di queste, su errore di Smalling, Osimhen ha bucato, in diagonale, la rete capitolina. La Roma ha accennato ad una reazione non così decisa da impensierire la difesa azzurra, non bene Abraham e peggio ancora Belotti. La gara è stata decisa da un episodio, un errore dei giallorossi che ha permesso al Napoli di vincere e mantenere, in solitaria, la vetta.