All’indomani del comunicato della Procura di Torino, con cui è stata annunciata la conclusione delle indagini per le plusvalenze fittizie, che vede la Juventus sotto accusa, il club bianconero risponde con una nota. La Juventus resta convinta di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme, in conformità anche con i principi contabili e i criteri di applicazione dell’industria calcistica. Il club bianconero evidenzia che il tema delle plusvalenze “oggi non registra alcuna novità” e ricorda le due sentenze della giustizia sportiva che “hanno già riconosciuto la piena regolarità contabile da parte della società“. La Juventus risponde anche sugli accordi di riduzione e integrazione degli stipendi, sottolineando che queste iniziative sono state prese durante l’emergenza Covid e che in data 28 marzo 2022 è stata resa nota “in piena trasparenza al mercato e ai soci, una riduzione degli stipendi concordata con i calciatori, facendo presente che eventuali integrazioni dei compensi sarebbero state negoziate e corrisposte se e quando le competizioni sportive fossero riprese e gli stadi fossero stati riaperti“.
A tal proposito, i legali della Juventus ribadiscono che solo nella primavera del 2022 gli stadi sono stati del tutto riaperti al pubblico, quindi le modifiche agli stipendi e le integrazioni dei compensi sono state contabilizzate coerentemente con la progressiva definizione. “La Juventus si è distinta per aver dato corso, in piena trasparenza e rispettando alla lettera le normative, a due diversi aumenti di capitale, che avevano come obiettivo (soprattutto il secondo) il rafforzamento del patrimonio della società in seguito al forte impatto della pandemia“. Infatti, gli importi di tali aumenti (700 milioni di euro) “superano e assorbono largamente i numeri delle contestazioni di natura formale di questa indagine“.
PLUSVALENZE JUVENTUS, LE CONTESTAZIONI DEI PM
L’inchiesta sulle plusvalenze fittizie è partita nell’estate del 2021, con le prime perquisizioni sul finire dell’anno scorso, e i reati contestati sono il falso nelle comunicazioni sociali e le false comunicazioni rivolte al mercato essendo la Juventus quotata in Borsa. Per la Procura di Torino la Juventus avrebbe alterato il bilancio degli anni 2018, 2019 e 2020 tramite due meccanismi. Il primo riguarda lo scambio di giocatori con “valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento“. Si tratta delle cosiddette plusvalenze fittizie, stimate per 155 milioni di euro. D’altra parte, tutte le inchieste sinora gravitate attorno al concetto di “plusvalenza fittizia” non hanno portato a nulla perché non c’è un algoritmo che possa stabilire con certezza il valore di un calciatore. L’altro è la cosiddetta “manovra stipendi“. I pm contestano alla Juventus di aver comunicato ufficialmente che i tesserati avevano rinunciato a quattro mensilità per un risparmio di circa 90 milioni di euro nella stagione 2019/20 ma poi la rinuncia sarebbe stata di una sola mensilità e i restanti tre mesi sarebbero stati pagati più avanti “nelle stagioni successive“. Con un risparmio reale di 22 milioni di euro. La Procura di Torino, inoltre, chiesto gli arresti domiciliari per Andrea Agnelli, ma la richiesta è stata rigettata dal Gip, che ha valutato non sussistere il pericolo di fuga, reiterazione del reato e inquinamento delle prove.
PLUSVALENZE FITTIZIE JUVENTUS, COSA SUCCEDE ORA
Cosa succede ora? Gli indagati, tra cui la Juventus inclusa come persona giuridica, hanno 20 giorni di tempo per presentare memorie difensive e chiedere di parlare con i magistrati. La procura potrebbe anche richiedere l’archiviazione, ma la chiusura delle indagini è preludio di rinvio a giudizio davanti al Gup. Quindi, se si andrà avanti con processo, la prima udienza preliminare dovrà svolgersi entro 30 giorni. L’udienza successiva invece si terrà entro 20 giorni. Per quanto riguarda il lato sportivo, al momento la Juventus non commenta e anche la Procura Federale è vigile: se emergessero nuove prove, magari attraverso le intercettazioni, si potrebbe riaprire il fascicolo.