LETTA CONFERMA IN DIREZIONE: “PRIMARIE PD IL 12 MARZO 2023”
La conferma del Segretario è giunta in Direzione Nazionale Pd: Enrico Letta ha annunciato che la data delle Primarie Pd sarà domenica 12 marzo 2023, come anticipato già stamane nei precedenti aggiornamenti. «L’obiettivo è a gennaio avere l’opportunità di elaborare un manifesto di valori e dei principi e far sì che poi immediatamente dopo ci si confronti fra gli aderenti per votare i candidati e le candidate. Due di loro, andranno alle primarie, che si potranno svolgere in una data che io ho immaginato sia il 12 marzo», spiega l’ex Premier Letta nel suo discorso davanti alla Direzione Nazionale del partito.
L’agenda del Congresso Pd è dunque fissata e verrà scandita da altri momenti preparatori alla sfida tra i candidati che si presenteranno ad inizio anno: «Il 7 novembre – spiega ancora Enrico Letta – cominceremo con l’appello, poi a metà novembre l’assemblea per votare gli aggiustamenti allo Statuto necessari a quello che ho detto adesso e poi il regolamento congressuale». L’appello inteso dal leader Dem riguarda una partecipazione «più larga e propongo che si possa aderire fino all’ultimo momento utile». Per quanto riguarda le candidature dirette alla Segreteria del Partito Democratico, «le domande andranno presentate entro il 28 gennaio 2023».
LA RELAZIONE DI ENRICO LETTA ALLA DIREZIONE PD: COSA HA DETTO SUL CONGRESSO
Congresso sì ma con tempi non rapidi; ipotesi Primarie 12 marzo sempre più probabile (ma serve ufficialità); serve un nuovo Pd ma senza personalismi; con Renzi non si può fare opposizione assieme. Questi i punti centrali della relazione tenuta in apertura di Direzione Nazionale Pd dal Segretario uscente Enrico Letta: a differenza della scorsa riunione, la parte di discussione su modalità e tempistiche del prossimo Congresso non viene messa a disposizione la diretta video streaming, che invece tornerà con la replica e sintesi finale di Letta questo pomeriggio. «Oggi iniziamo un percorso congressuale che è intimamente connesso al lavoro di opposizione che il popolo italiano ci ha dato come mandato», spiega l’ex Premier aprendo la Direzione Pd. La piena conferma che non vi sarà lui nelle prossime Primarie arriva subito dopo: «Riterrei un errore per voi e per il Pd un mio impegno oltre il congresso. E’ giusto che questo partito metta in campo una classe dirigente più giovane in grado di guidare l’opposizione al governo Meloni».
Lo schema che dovrebbe essere approvato oggi in Direzione prevede Primarie il 12 marzo 2023, ma niente nomi di candidati fino a fine anno: la fase delle candidature nei territori inizierà a gennaio, per arrivare poi alle Primarie con i due candidati più votati dagli iscritti. Secondo Letta, «Il gioco di Conte e Renzi è distinguersi da noi. Ma se fino alle primarie pensiamo solo agli assetti interni, ci mangiano lo spazio politico»; per questo motivo, «Il congresso non sia un referendum su Conte e Calenda, o la storia di Pd sarebbe una storia di declino». Come ha spiegato ancora il Segretario in Direzione Nazionale, «Sono qui a farvi una proposta di svolgimento di questo percorso che è l’applicazione di quello già deciso insieme nella precedente Direzione nazionale. Oggi la rendiamo un più concreto, stringente con date e obiettivi». Per puntare a rovesciare il Governo Meloni, aggiunge Letta, «serve un nuovo Partito Democratico», ma per questo «Non basterà semplicemente un po’ di cosmesi o il cambio di qualche faccia. Qualcuno potrebbe averne un vantaggio personale da un’azione molto più rapida, ma non servirebbe. Ci darebbe energia per un passo molto breve». Nome e simbolo rimarranno come tali, promette Letta mentre sul fronte alleanze qualcosa potrebbe cambiare già dal 2023: «Il Pd è disponibile a dialogare con le altre opposizioni, ma non siamo disponibili a farci prendere in giro da altre opposizioni. Una parte dell’opposizione ha già appeso le tende dalla parte della maggioranza. E’ un’opposizione che di opposizione non ha nulla. Perché chi interviene sulla fiducia e passa tre quarti del suo tempo a parlare male dell’opposizione è una stampella della maggioranza». Come a dire, M5s ok, Renzi e Calenda “assolutamente no”.
DIREZIONE NAZIONALE PD, OGGI DALLE 10: LA DIRETTA VIDEO STREAMING
Si terrà stamattina la Direzione Nazionale del Pd presso la Sala Sassoli nella sede del Nazareno a Roma: a partire dalle ore 10, con la diretta video streaming sul canale YouTube del Pd e sul sito partitodemocratico.it, verrano illustrare le linee guida e le tempistiche che porteranno i Dem al nuovo Congresso «entro la fine dell’inverno». Come spiegato dal segretario uscente Enrico Letta nella precedente Direzione Pd dello scorso 6 ottobre, «Il percorso del congresso va concluso entro l’inverno. Guiderò io questo percorso con la massima determinazione: lo farò per amore del Pd, assumendomi tutte le responsabilità e garantendo la terzietà rispetto alle parti in campo». Dopo la formazione e l’insediamento del Governo Meloni, l’ordine del giorno di questa Direzione Nazionale è stato composto in due capitoli nodali: «All’ordine del giorno l’attività politica e parlamentare e il percorso congressuale».
La relazione e la replica del segretario Letta saranno trasmesse in diretta video streaming live sui canali Facebook e YouTube del Partito Democratico. L’invito a porre una opposizione «dura in Aula» ma anche la preparazione accurata di un Congresso (e delle relative Primarie) dove si dovrà discutere di leadership, future alleanze e – forse – anche di un nuovo nome con simbolo, seppure Letta si sia già espresso contrario. Se però prima del nuovo Governo si pensava ad una evoluzione «non velocizzata» dei tempi verso il Congresso, in questi ultimi giorni di incomprensioni e distanze nette con le altre opposizioni (e i sondaggi che danno ormai il M5s di Conte verso il sorpasso al Pd) si starebbe concretizzando una posizione diversa. «Faremo fino in fondo il nostro lavoro di opposizione. Venerdì cominceremo il nostro congresso costituente, ma il nostro congresso costituente sarà parte dell’opposizione a voi», lo ha detto ancora Letta in Parlamento votando contro la fiducia al Governo Meloni. La “contrazione dei tempi” era vista dal segretario uscente come controproducente ma l’andazzo in casa Nazareno sembrerebbe mutare ora.
TEMPI CONGRESSO E NUOVA LEADERSHIP: COSA SUCCEDE OGGI IN DIREZIONE PD
«Nel ricominciare a fare politica rientra anche una considerazione tecnica: di fronte a questo governo che parte, immaginare che metterci 5 mesi a fare un congresso serva a rendere quel congresso più efficace significa non avere molto chiara la gravità della situazione», lo ha detto Matteo Orfini alla vigilia della Direzione Nazionale Pd che dovrebbe scandire le prossime tappe di avvicinamento al Congresso del Partito Democratico. Spinge per accelerare la formazione di Primarie e Congresso anche il potenziale candidato “principe” per succedere ad Enrico Letta, il Governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: «A fronte di una destra che in un mese è partita con il governo un partito che ci mette sei mesi a scegliere un segretario temo non sia molto in sintonia con il paese. Io proverei ad anticipare e accelerare un po’, per evitare di dare l’idea che perdiamo mesi a discutere di noi, mentre c’è qualcun altro che si occupa di risolvere i problemi dei cittadini».
Secondo l’esponente della sinistra Pd Francesco Boccia, in queste settimane dopo la Direzione Pd «Letta sta facendo un lavoro molto serio, i nostri elettori si ritroveranno nelle nostre battaglie elettorali che sono già partite ieri. faremo battaglia sulla riduzione delle tasse sul lavoro. La segreteria c’è e il segretario sta facendo un lavoro importante di traghettamento verso il congresso. Entro la fine dell’inverno avremo il nuovo segretario o segretaria». In merito ala prossima leadership del Partito, da segnalare gli interventi della ormai ex n.2 di Bonaccini in Regione (si è dimessa in quanto eletta deputata, ndr) Elly Schlein e del sindaco di Firenze Dario Nardella. Per la giovane parlamentare ambientalista, «con il Pd contro la destra di Meloni. Congresso Pd? Per ora non ne parlo…»; Nardella invece, altro candidato per il momento “ipotetico” alle Primarie, sottolinea come «I sindaci del Pd ora oltre a fare gli amministratori locali possono tirare fuori un’idea nuova politica di ricambio anche del gruppo dirigente basato su nuovi progetti, e sono sicuro che nel corso di queste settimane questa realtà dei sindaci verrà fuori con forza». Secondo il sindaco di Firenze, dato da molti analisti come il candidato “d’opposizione” al nome forte Bonaccini, la sinistra e il Pd «devono ripartire dai territori, dai Comuni e dai sindaci perché nelle nostre città abbiamo vinto grazie al patrimonio di credibilità che gli amministratori locali si sono costruiti nel tempo, a contatto con i cittadini, affrontando i problemi, e non possiamo relegare i sindaci a semplici amministratori locali». Nardella si fa schietto nell’attaccare l’attuale classe dirigente dem in vista della Direzione Pd e del Congresso: «C’è un fenomeno politico che è legato al protagonismo dei sindaci che vincono nelle città e prendono molti più voti del Pd da solo».