Anche i lavoratori autonomi possono usufruire del congedo parentale i liberi professionisti possono astenersi dal lavoro per tre mesi dopo la nascita del figlio con un’indennità pari al 30% della retribuzione convenzionale.
Congedo parentale: per gli autonomi è una novità
Si tratta di una novità assoluta perché i lavoratori autonomi solitamente hanno dovuto sempre provvedere per sé, senza avere garanzie di tipo statale. Questa normativa è servita a riconoscere ulteriormente il valore che i lavoratori autonomi, le partite IVA e tanti altri possono ottenere come misura di welfare.
E infatti in questi tre mesi è sospeso anche l’obbligo contributivo che viene sovvenzionato dallo Stato. Si tratta naturalmente di un contributo di welfare previdenziale molto importante per i lavoratori autonomi e le partite IVA. La normativa è stata citata anche all’interno della circolare 122/2022 dell’INPS e del decreto legislativo 105/22 che reca le disposizioni per migliorare ai genitori la conciliazione tra vita lavorativa e vita privata.
Congedo parentale: a quanto ammonta l’indennità
Ma una retribuzione pare al 30% di quella convenzionale che è stimata 49,91 ammonta a 15 euro al giorno. Sicuramente non bastano per vivere, eppure i lavoratori e le lavoratrici autonome possono finalmente contare di una indennità che per la prima volta si presenta come rivoluzionaria appunto naturalmente questo contributo di welfare dovrà essere migliorato per poter garantire alle persone che si astengono dal lavoro di poterlo fare con serenità.
La misura si applica anche ai coltivatori diretti, ai dipendenti delle aziende agricole, gli imprenditori agricoli che possono chiedere la cancellazione dai rispettivi elenchi per tutta la durata del congedo parentale e in questo modo non sono soggette all’obbligo contributivo.