lgbtÈ scontro in Spagna sulla “legge trans“. Ufficialmente si chiama legge per l’uguaglianza reale ed effettiva delle persone trans e per la garanzia dei diritti Lgbtq. Il testo legislativo consente il cambio del sesso a tutti gli over 12, in particolare a chi ha almeno 16 di cambiare sesso all’anagrafe, senza la necessità di certificati medici o autorizzazioni giudiziarie, mentre i ragazzi tra 14 e 16 anni devono essere autorizzati dai genitori, altrimenti da un tutore legale. Dunque, questa proposta di legge, che prevede la cosiddetta «libera determinazione di genere», è stata approvata dal governo, quindi ora è oggetto di discussione parlamentare.
Ma secondo le ultime indiscrezioni, il Partito socialista (Psoe), che è uno dei partiti che fa parte della maggioranza, chiede una proroga dei termini per valutare gli emendamenti sul testo. Ciò conferma il fatto che sono ancora in corso riflessioni sulla formulazione definitiva della legge, su cui anche esponenti socialiste del movimento femminista hanno espresso serie titubanze. Invece, Unidas Podemos, l’ala più a sinistra dell’esecutivo, spinge per una rapida approvazione della norma. Ad esempio, il Psoe ha finalizzato un emendamento alla legge sui trans che obbliga i minori di 16 anni a rivolgersi ad un giudice per cambiare il proprio sesso. Invece la proposta di legge prevede questo requisito solo per chi ha tra 12 e 14 anni, mentre per chi ha tra 14 e 16 anni è sufficiente l’autorizzazione dei genitori.
LEGGE TRANS SPAGNA: BATTAGLIA A COLPI DI EMENDAMENTI
Se i gruppi Lgtbq in Spagna hanno definito «inaccettabile» questo emendamento, per le femministe socialiste critiche è invece «insufficiente». Ma questo pre-emendamento, visionato da El Mundo, segue in parte le linee guida del Consiglio di Stato, che in un rapporto chiede di introdurre l’obbligo di svolgere una procedura davanti ad un giudice per tutti i minori che vogliono cambiare genere, ciò fino all’età di 18 anni. Invece, il Psoe non si spinge fino a questo punto. Fonti socialiste avevano fatto sapere che stavano preparando alcune modifiche alla legge sui trans per rafforzare la “tenuta giuridica” della legge di fronte al richiesto più che evidente che la legge finisse per essere impugnata da PP e Vox davanti alla Corte Costituzionale. Fonti ufficiali del ministero dell’Uguaglianza non commentano eventuali emendamenti, fino a quando non saranno presentati al Congresso, e sottolineano che l’urgenza è accelerare, in modo da chiudere la relazione il 18 novembre per avere un testo definitivo, visto che l’obiettivo è arrivare alla fine dell’anno con la legge approvata.
“DA RIVEDERE IL PROCESSO DI REVERSIBILITÀ”
Ma il Psoe vuole anche inasprire alcune condizioni che consentono ad un trans di cambiare nuovamente sesso in seguito. Quindi, la proposta è di far intervenire un giudice nel processo di “reversibilità” e che il richiedente debba fornire prove per giustificare la sua richiesta. Attualmente il disegno di legge consente ad una persona che ha cambiato il suo stato di registrazione del sesso di tornare allo stato originale dopo sei mesi. La procedura per annullare la modifica sono semplici come quelli per richiederla: è sufficiente rivolgersi allo Stato civile con una dichiarazione, senza referti medici o dichiarazioni di terzi. Solo dopo il terzo cambio di sesso è richiesto l’intervento di un giudice per esaminare la situazione e studiare se è in atto un uso fraudolento dell’autodeterminazione di genere. A tal proposito, il Psoe sta lavorando ad un emendamento per introdurre l’intervento del giudice dal secondo cambio di sesso, quindi chi desidera tornare alla condizione originaria e revocare la sua decisione deve avere un’autorizzazione giudiziaria, fornendo al giudice prove che giustifichino la necessità del cambiamento.