PANDEMIA COVID, A CHE PUNTO SIAMO OGGI: PARLA SERGIO ABRIGNANI (EX CTS)
Secondo l’immunologo Sergio Abrignani la pandemia da Covid-19 è tutt’altro che finita anche se alcune novità poste dal Governo Meloni vanno nella giusta direzione, come ad esempio lo stop al bollettino quotidiano del Ministero della Salute. «Quell’elenco di dati serve però ai tecnici, all’Istituto Superiore di Sanità, per continuare a monitorare l’epidemia. Se poi vogliamo pubblicarlo settimanalmente va benissimo», ha spiegato l’esperto intervistato negli scorsi giorni al “Corriere della Sera”. Raggiunto poi anche da “Il Foglio”, Abrignani prova a fare il punto sull’andamento della pandemia ad oggi, alle porte dell’inverno 2022-2023. Ebbene, le imminenti decisioni del Governo Meloni sulla gestione dell’emergenza Covid – in CdM domani lo stop alle multe per i no vax, via l’obbligo di mascherine in ospedale e stop bollettino quotidiano – si sono subito scontrate con il parere di alcuni esperti e politici che ritengono ancora un “azzardo” il diminuire delle regole anti-Covid in Italia. «Non possiamo ancora proclamare la vittoria finale sul Covid. Dobbiamo ancora fa uso di responsabilità e precauzione», ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quasi come una risposta indiretta alle prime dichiarazioni del neo Ministro della Salute Orazio Schillaci.
Secondo l’ex componente del Cts sotto il Governo Draghi, Sergio Abrignani, «senza il primo lockdown nel 2020 avremmo avuto un numero di morti molto più alto, di fronte ad un virus ancora sconosciuto. Non si poteva fare diversamente». Secondo il professore dunque criticare le scelte prese in quegli anni non risulta un’opera che rende piena giustizia all’emergenza creatasi: ancora al “Foglio” Abrignani spiega che sulle restrizioni del 2021, sui colori delle Regioni, «venivano stabilite sulle basi di dati clinici come numero di infezioni, ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva». Ciò sta ad indicare, aggiunge ancora Abrignani, come quelle misure fossero necessarie e tra l’altro «simili a quanto deciso in Francia, Germania, Olanda, Austria e Spagna».
ABRIGNANI: “VACCINO OGGI PROTEGGE AL 40%. SU OMICRON PERÒ…”
Abrignani difende le decisioni prese con il Cts e pure il nodo Green Pass, altro punto fortemente contestato dal Governo Meloni appena insediato: «le restrizioni sono servite a contenere la circolazione del virus in periodo di picco dell’infezione, quando le vaccinazioni erano appena iniziate». Citando poi lo studio su Nature (607:24, 2022), l’ex membro Cts spiega come il Green Pass abbia in Francia «evitato circa 4000 morti, e più di 1000 in Italia e Germania, e ha creato le condizioni per un aumento del Pil, in questi paesi, tra lo 0,3 e lo 0,6 per cento». Secondo quanto emerso dagli ultimi studi, ammette Sergio Abrignani ancora al “Foglio”, ad oggi il Covid «è cambiato ed è meno letale, anche se ancora molto mortale (40.000 italiani morti nei primi 9 mesi del 2022 e parliamo di eccesso di mortalità complessiva)». Secondo l’immunologo, ad essere cambiata è sopratutto la percezione dell’individuo e dei Paesi davanti al tema della mortalità: «ora accettiamo il rischio di un relativamente alto numero di morti (il 7 per cento circa del totale dei morti, la terza causa di morte nel nostro paese), a fronte della mancanza di restrizioni».
In chiusura di intervista, Abrignani affronta da vicino il tema del vaccino anti-Covid, in attesa che emerga quello aggiornato alle ultime varianti Omicron diffuse in queste settimane: «hanno evitato decine di migliaia di morti», commenta l’esperto citando i numeri raccolti dal Ministero della Sanità e dall’istituto John Hopkins. Il vaccino costruito sul ceppo Wuhan ha protetto 85% su infezione e 90% su malattia severa: con la variante Delta i dati scendono a 65-70% e 85% mentre sulla variante Omicron «abbiamo una protezione dall’infezione al 30-40 per cento, ma ancora 85 per la malattia severa». Il motivo è presto che detto e ha fondamento scientifico secondo Abrignani: «la protezione dall’infezione dipende dagli anti- corpi neutralizzanti che riconosco- no solo una piccola e molto variabile regione della proteina spike, mentre quella dalla malattia severa dipende dai linfociti T che uccidono le cellule infettate e riconoscono tutta la Spike. Vedremo con il nuovo vaccino Omicron se recuperemo la protezione dall’infezione». Protezione sulle mascherine in ospedale da mantenere dove possibile, secondo Abrignani, e “guardia alzata” ancora per un po’ secondo il professore che conferma tutto quanto deciso dal Cts negli anni scorsi, senza nessun ripensamento «Tutte le nostre decisioni sono state prese in scienza e coscienza, sulla base delle informazioni disponibili al tempo».