Antonio Logli, condannato a 20 anni di carcere in via definitiva per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della moglie, Roberta Ragusa, continua a sperare nella revisione del processo. L’udienza per la valutazione dell’istanza della difesa è fissata al prossimo 5 dicembre, ma sulle presunte “prove” portate avanti dai legali dell’uomo spuntano alcune indiscrezioni. Giallo, nel nuovo numero in edicola, spiega che il team che assiste Antonio Logli nel caso Roberta Ragusa sosterebbe di avere alcuni assi nella manica per ribaltare la sentenza che, nel 2019, gli ha aperto le porte del carcere perché ritenuto autore del delitto. Un processo che, sebbene mai trovato il corpo di Roberta Ragusa, secondo la giustizia italiana ricalcherebbe in modo puntuale le responsabilità del marito della donna scomparsa a Gello di San Giuliano Terme (Pisa) nella notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012.
Ci sarebbe anche un peluche “sparito” tra le carte che la difesa intenderebbe spendere in ottica revisione. Secondo quanto riportato dal settimanale diretto da Andrea Biavardi, proprio un pupazzo in particolare sarebbe “prova” che Roberta Ragusa si sia allontanata volontariamente dalla sua abitazione. Un elemento che, secondo il pool difensivo, dimostrerebbe che la donna non sarebbe stata uccisa dal coniuge.
Il peluche di Roberta Ragusa nelle carte per la revisione del processo ad Antonio Logli
Secondo la notizia riportata da Giallo, in costanza della scomparsa di Roberta Ragusa sarebbe sparito anche un pelucbe a cui la donna sarebbe stata particolarmente legata. Un pupazzetto da cui non si sarebbe mai separata, nemmeno per dormire e nemmeno la prima notte di nozze. Stando a quanto trapelato attraverso le colonne del settimanale, sarebbe il solo effetto personale che Roberta Ragusa avrebbe portato con sé durante il presunto allontanamento volontario sostenuto dal marito. Nell’abitazione di Roberta Ragusa e Antonio Logli sarebbero stati ritrovati documenti e cellulare della donna, ma non quell’oggetto al quale avrebbe tenuto in modo quasi ossessivo. Questa la ricostruzione dei consulenti di parte che lo avrebbero cercato a lungo, ma senza esito.
Quel peluche, stando alla linea difensiva, sarebbe stato “verosimilmente portato via da Roberta Ragusa“, si leggerebbe nel documento di richiesta di revisione del processo perché, diversamente, se qualcuno avesse voluto inscenare una sparizione volontaria avrebbe eliminato dalla casa anche telefonino e documenti così da rafforzare la messinscena. Il prossimo 5 dicembre si terrà l’udienza per decidere se ammettere l’istanza dei legali di Antonio Logli, da sempre dichiaratosi innocente davanti alle accuse e alla condanna per la morte di Roberta Ragusa. Anche il figlio, Daniele Logli, ha scritto una lettera per sostenere il padre. Convinto, con la sorella Alessia Logli e la nuova compagna del genitore, Sara Calzolaio, che sia totalmente estraneo al delitto.