La cucina italiana nel mondo è sinonimo di qualità. I tempi però si evolvono e con essi le tradizioni culinarie, sempre più soggette a influenze da altre culture e al consumo di cibi completamente nuovi. È questa l’idea alla base di Fucibo, azienda con sede a Schio (Vi), che realizza prodotti contenenti farine di insetti. Con Lorenzo Pezzato, cofounder, abbiamo parlato della loro storia. Ma anche del settore dei novel food, delle applicazioni attuali e delle prospettive per il futuro.
Come è nata la vostra azienda?
Abbastanza per caso. Era il 2015, mentre navigavo su internet mi sono imbattuto in una notizia sugli insetti commestibili. Un tema che fino ad allora non conoscevo assolutamente, dato che l’idea di consumare insetti non mi attirava, e che da quel momento ha del tutto “calamitato” la mia attenzione. Mi sono quindi fatto incuriosire e ho cercato di capire se vi fosse una rivista dedicata. Ho scoperto che non esisteva e così l’ho creata io. Si chiama “Entomofago” ed è attualmente l’unica scritta in due lingue. Lavorando al progetto ho poi conosciuto molte persone esperte dell’argomento. E ho realizzato che, tutto sommato, si poteva fare qualcosa anche a livello commerciale. Insieme a Davide Rossi abbiamo così creato Fucibo e aperto la prima sede in Inghilterra, dove siamo ancora presenti.
Perché proprio l’Inghilterra?
All’inizio, volevamo produrre soltanto in Italia, tuttavia il regolamento europeo sugli insetti commestibili e il novel food non è stato subito applicato in maniera omogenea in tutti gli Stati membri dell’Ue. Ciò ha fatto sì che alcuni Paesi – tra cui Olanda, Francia e appunto Inghilterra – potessero iniziare prima di noi. Per non rimanere “fuori dal giro”, abbiamo quindi deciso di vendere tramite “21bites”, creando di fatto il primo portale con prodotti multimarca a base di insetti realizzati in Europa e selezionati da noi. Finalmente, a marzo 2021, è stato autorizzato l’uso anche in Italia della prima farina di insetti. Abbiamo così potuto creare Fucibo Italia e iniziare a produrre anche qui. È da questo momento che effettivamente è partito il nostro progetto, dopo un lungo percorso di preparazione in cui abbiamo lavorato sulle ricette e cercato i partner più indicati. Oggi siamo un’azienda principalmente digitale con sede a Schio, in provincia di Vicenza. Attualmente gli unici in Italia a realizzare questo tipo di referenze.
Perché avete scelto di focalizzarvi su un settore così particolare?
Le motivazioni sono molteplici. Principalmente la nostra spinta è nata con la pubblicazione del Libro Bianco della Fao sugli insetti commestibili, un vademecum del 2013 in cui vengono elencate e analizzate le ragioni per cui le proteine derivate dagli insetti costituiscono una valida, sebbene non l’unica, soluzione alimentare per far fronte alla continua crescita della popolazione globale. Grazie a questo documento abbiamo capito che in effetti la nostra non era una mera fantasia da imprenditori, bensì un progetto effettivamente realizzabile.
Come si compone la vostra offerta?
Abbiamo voluto puntare su forme e prodotti che richiamassero quelli tradizionali. Al momento quindi realizziamo le patatine di mais e i biscotti. Oltre a riprodurli nella forma, si tratta di ricette simili a quelle classiche e anche il loro gusto non deve essere immaginato come qualcosa di “traumatico”, in quanto il contenuto di farina di insetti è solamente del 10%, in base a quanto stabilito dalla stessa Commissione europea. Inoltre, a breve inizieremo a commercializzare anche le gallette di mais e la pasta. Mentre, per l’anno prossimo, abbiamo in programma di sviluppare nuove linee, come ad esempio i miscelati per fare la pizza in casa.
Quali caratteristiche nutrizionali presentano i cibi con farine di insetti?
In generale, gli insetti sono notoriamente molto ricchi di proteine. Parliamo di un contenuto del 65-70%. Inoltre, presentano molte vitamine, omega, ferro, e grassi insaturi, ovvero i cosiddetti “grassi buoni”. Offrono quindi tutti i nutrienti fondamentali per l’alimentazione quotidiana. Inoltre, quelle delle farine di insetti sono proteine complete. Possiedono cioè, nelle dovute proporzioni, tutti e nove gli aminoacidi essenziali che il nostro organismo non è in grado di produrre. Da questo punto di vista, sono simili a quelle contenute nella carne di manzo, poiché di derivazione animale. Presenti però, a parità di peso, in percentuale maggiore.
E per quanto riguarda gli allergeni?
A oggi l’unica problematica rilevata con questo tipo di alimenti è legata alla presenza della tropomiosina, una proteina presente negli artropodi, la classe animale a cui appartengono anche i crostacei. Al momento quindi le uniche reazioni avverse riscontrate provengono da persone allergiche a questi ultimi.
Attraverso quali canali veicolate i vostri prodotti?
Attualmente vendiamo tramite le piattaforme di e-commerce 21bites e Postalmarket. Oltre alle nostre referenze è possibile trovarne anche altre realizzate in Europa. Inoltre, da poche settimane siamo approdati sugli scaffali dei punti vendita Tosano, catena di ipermercati associati al Gruppo Végé dislocati tra le province di Verona, Vicenza, Brescia, Venezia, Mantova, Treviso, Ferrara, Padova e Udine.
Quali saranno secondo voi i risvolti futuri per questo comparto?
Ormai è chiaro che queste referenze si ritaglieranno una fetta di mercato. La nostra idea non è quella che gli insetti debbano sostituire la carne o altri alimenti tradizionali, ma che vengano integrati in una dieta completa e bilanciata. Per spiegarmi meglio, mi piace dire che il punto non è sostituire il pasticcio della nonna con un piatto di cavallette fritte. Oltre all’alimentare, poi, tali prodotti possono avere molteplici applicazioni, sebbene siano ancora in fase di sviluppo. Tra queste, l’alimentazione funzionale per persone intolleranti ad alcune proteine animali o vegetali. Ma anche i sottoprodotti per cosmesi e chirurgia. Le prospettive sono ampie e vedremo più di qualche novità già nei prossimi due anni. Al momento, il settore è concentrato sui primi prodotti alimentari di qualità, per dare la possibilità a tutti i consumatori di avvicinarsi a questo nuovo straordinario ingrediente, specialmente trovandolo a scaffale accanto alle referenze tradizionali.
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