Francia nella morsa dell’ecoterrorismo: è stato questo il termine utilizzato dal ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, dopo le violenze andate in scena in questi giorni presso le “grandes bassines” di Sainte-Soline (Deux-Sèvres), dove, secondo quanto asserito dall’esponente dell’esecutivo transalpino, sono state avvistate “persone appartenenti alla Sinistra estrema”, che adoperano “metodi operativi che sono – non ho paura di dirlo – parte dell’ecoterrorismo che dobbiamo assolutamente combattere”.
Per questa ragione la prefettura di Deux-Sèvres ha prorogato fino alla data di oggi, mercoledì 2 novembre 2022, il divieto di manifestare in quell’area, dove sorge il cantiere di una riserva idrica agricola, oggetto di contestazione da parte degli esponenti dell’ecoterrorismo in Francia. Come spiega “Le Figaro”, il sito di Sainte-Soline fa parte di un progetto di 16 bacini idrici di diverse centinaia di migliaia di metri cubi d’acqua, sviluppati da un gruppo di 400 agricoltori con l’obiettivo di ridurre i prelievi per l’irrigazione durante l’estate, grazie al pompaggio delle falde acquifere di superficie in inverno. In cambio, i titolari dei progetti, sostenuti dallo Stato, si sono impegnati ad attuare pratiche agricole orientate all’agroecologia. Allora perché vengono contestati? Semplicemente perché i loro detrattori li considerano una “corsa a perdifiato” del modello agricolo “produttivista” e un’aberrazione ecologica in un periodo di riscaldamento globale.
ECOTERRORISMO IN FRANCIA: SCONTRI CON LA POLIZIA A SAINTE-SOLINE
Così, dopo un raduno che ha coinvolto migliaia di persone durante il fine settimana (4mila secondo le autorità, 7mila a detta degli organizzatori), circa 300 avrebbero “montato le tende” lunedì in un accampamento allestito in un campo limitrofo, prestato da un agricoltore che si oppone a questo progetto dedicato all’irrigazione. Jean-Jacques Guillet, uno dei portavoce del movimento, ha spiegato all’APF che i manifestati considerano il progetto alla stregua di un “accaparramento di acqua da parte dell’agroindustria. L’obiettivo non è organizzare una ZAD (zona da difendere), ma monitorare il cantiere da una torre di guardia in legno costruita durante il fine settimana”.
Secondo il collettivo “Earth Uprising”, che sostiene il movimento contro il bacino, gli oppositori intendono tornare sul posto stamattina, quando dovrebbero riprendere i lavori di costruzione del bacino. Intanto, domenica sera, il ministro dell’Interno Darmanin ha annunciato il mantenimento di “più di 1.000 gendarmi” in loco per impedire l’insediamento di qualsiasi ZAD. Negli scontri di sabato con i protagonisti dell’ecoterrorismo di Francia, scrive ancora “Le Figaro”, sono scoppiati violenti scontri con i 1.500 gendarmi, in particolare quando gli attivisti hanno cercato di entrare nel cantiere. Alcuni sono rimasti feriti e sei persone sono state arrestate.