L’ANALISI DI CAZZOLA
Giuliano Cazzola evidenzia che in tema di riforma delle pensioni “se, come ha detto Meloni, il governo intende dare flessibilità al sistema la prima cosa da fare è quella di rendere fissa la quota ovvero la somma dei due requisiti, ma consentire – magari con un limite minimo – una articolazione dei parametri anagrafici e contributivi. In sostanza sarebbe sufficiente far valere quota 102, magari con 62 anni e 40 di contributi oppure a 66 anni e 36 di contributi. In questo modo si aumenterebbe la platea degli aventi diritto e quindi anche dei beneficiari. Secondo la Fondazione Studi dei consulenti del lavoro”. L’ex deputato, intervistato da pensionipertutti.it, spiega anche di aver capito, in base ale discorso programmatico di Giorgia Meloni, “che un’eventuale riforma del sistema è rinviata perché non ci sarebbero né il tempo né le risorse destinate ad altre priorità ovvero all’emergenza energetica”.
L’OBIETTIVO DELLA RIFORMA PENSIONI 2022 IN MANOVRA: PARLA DURIGON
Sulla prossima riforma pensioni 2022-2023, l’obiettivo al momento è uno solo: «non si può tornare alla legge Fornero: questo è l’obiettivo primario e cercheremo di portarlo avanti». Lo ha detto il neo sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, tornando sulle ipotesi circa le modifiche alla riforma previdenziale da inserire nella prossima Finanziaria. I tavoli restano tutti “aperti”, dalla Quota 102 alla 103 fino alla “leghista” Quota 41; così come la proroga di Ape Sociale e Opzione Donna che appare già scontata.
«La ministra Calderone ha già convocato un incontro, domani avremo un incontro di ascolto per sentire le parti sociali», spiega ancora il sottosegretario al Lavoro e Politiche Sociali intervistato stamane da Radio24. Se da un lato, ha sottolineato Durigon, serve che il Governo insista sulla strada di modifica profonda del Reddito di Cittadinanza – «bisogna dare una risposta al mercato del lavoro» e «spronare chi è abile al lavoro» – bisogna anche garantire un’uscita dal lavoro con una riforma pensioni non più «iniqua» come la Lega definisce la riforma pensioni dell’ex Ministro Elsa Fornero. Ogni intervento che verrà messo, ha poi garantito Durigon, «andrà in una cornice di finanziaria». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI LANDINI
Alla vigilia dell’incontro in programma con il ministro del Lavoro Marina Calderone, Maurizio Landini ricorda che “con Cisl e Uil abbiamo scritto una piattaforma per riformare il sistema pensionistico. La riconfermiamo per superare il precariato e introdurre la pensione di garanzia per i giovani. Occorre flessibilità di uscita da 62 anni, con regole diverse per gli impieghi più gravosi ed usuranti”. Il Segretario generale della Cgil, intervistato dalla Stampa, aggiunge anche che “si deve riconoscere la differenza di genere, perché le donne sono state più penalizzate dalla riforma Fornero. Dentro questo schema ribadiamo che con 41 anni di contributi sia possibile uscire, indipendentemente dall’età”. Intanto, come riporta Radiocor, ospite di Rainews, la Presidente dei senatori di Azione-Italia Viva Raffaella Paita ha detto: “Di Durigon mi preoccupa cosa farà sulle pensioni, così come della Meloni non interessano gli articoli determinativi, ma come interverrà sul Reddito di cittadinanza”.
LE PAROLE DI BONOMI
Come riporta Ansa, Carlo Bonomi, ospite di Sportello italia in onda su Rai Radio1, ha detto che in tema di riforma delle pensioni “se vogliamo fare un intervento che non metta in crisi i conti dell’Inps vuol dire ridurre strutturalmente l’importo della pensione e credo che oggi nessuno possa accettare di poter ricevere una pensione decurtata. Sulle pensioni si può aprire un discorso molto serio sui lavori usuranti, questo sicuramente va fatto. E sulle scadenze di fine anno per le persone fragili, va fatto. Ma fare battaglie identitarie… questo non è il momento, capisco la legittima aspirazione dei partiti che vogliono rispondere al loro elettorato ma ci sarà tempo e modo. Oggi le risorse che abbiamo le dobbiamo concentrare sulle emergenze del Paese”. Secondo il Presidente di Confindustria, queste sono relative ai costi delle bollette, che alimentano anche l’inflazione, e “un taglio forte e deciso sul cuneo fiscale-contributivo per due terzi a favore dei lavoratori e per un terzo a favore delle imprese”.
RIFORMA PENSIONI, IL TEMA NELLA NADEF
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la Nadef che il Governo si appresta ad approvare venerdì “conterrà un mini-capitolo pensioni. Con un obiettivo preciso: evitare il ritorno dal 1° gennaio della Legge Fornero in forma integrale una volta conclusa a fine dicembre l’esperienza di Quota 102”. Il quotidiano di Confindustria aggiunge che “al momento i tecnici dell’esecutivo starebbero ragionando su un pacchetto di misure da 1,5-2 miliardi, che includerebbe il prolungamento di Opzione donna e di Ape sociale e l’intervento chiamato a prendere il posto di Quota 102, anche se l’ipotesi di una sua proroga di un anno resta in campo”. Resta però da capire quale sarà l’esito del confronto tra Governo e sindacati in programma nello stesso giorno del Consiglio dei ministri.
LE IPOTESI DI QUOTA 103
L’incontro tra il ministro del Lavoro Calderone e le parti sociali sarà utile anche per capire se potrà andare avanti l’ipotesi di incentivare, tramite decontribuzione, alcuni lavoratori che decidessero di restare al lavoro nonostante abbiano maturato i requisiti per l’ingresso in quiescenza. Un’ipotesi di cui hanno parlato sia Matteo Salvini che Claudio Durigon, da applicare ad alcune categorie come i medici. Il Sole 24 Ore ricorda, infine, che sul tavolo c’è anche l’ipotesi di passare da Quota 102 a Quota 103 con due diverse modulazioni: 41 anni di contributi e 62 di età, oppure 40 anni di contributi e 63 di età. In quest’ultimo caso sparirebbe però ogni possibile riferimenti alla Quota 41 cui la Lega ha fatto continuo riferimento negli ultimi mesi.
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