Liliana Resinovich morta a ridosso del ritrovamento del corpo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, presumibilmente in una finestra temporale compresa tra le “48 e le 60 ore” precedenti. Questo uno degli esiti della consulenza disposta dalla Procura sul caso della 63enne, ma la questione sembra destinata ad alimentare un vero e proprio giallo nel giallo. Se al momento non è chiaro cosa sia davvero successo a Liliana Resinovich (la famiglia non crede all’ipotesi suicidio sostenuta dagli inquirenti), resta altrettanto nebuloso, se non addirittura completamente oscuro, dove abbia trascorso i 18 giorni che separano la data della sua scomparsa, il 14 dicembre 2021, da quella presunta del decesso (intervenuto, secondo i consulenti incaricati Costantinides e Cavalli, entro i 3 giorni precedenti al 5 gennaio 2022).
Si tratta di una lettura che, come sottolineato dall’avvocato Nicodemo Gentile che assiste il fratello di Liliana Resinovoch, Sergio, “apre una voragine” nel contesto della ricostruzione del caso anziché colmare le lacune. Se si ammette che la morte di Liliana Resinovich sia avvenuta “ragionevolmente a 48-60 ore circa prima del ritrovamento del cadavere stesso“, come si legge nella consulenza medico-legale in questione diffusa da Chi l’ha visto?, resta totalmente ignoto dove sia stata, ancora viva, per tutto il tempo intercorso tra la sparizione e la morte. Se Liliana Resinovich era in vita fino a poche ore prima del ritrovamento, è rimasta nascosta o è stata tenuta prigioniera da qualcuno in costanza di un periodo particolare come il Natale e il Capodanno? Quarto Grado torna sul giallo della 63enne Liliana Resinovich e in particolare proprio su questi dubbi chiave.
Liliana Resinovich, “decesso 48-60 ore prima del ritrovamento”: avvocato Gentile contro consulenza
L’avvocato Nicodemo Gentile, intervenuto a Chi l’ha visto? sull’esito della consulenza medico-legale a firma di Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli – incaricati dalla Procura di Trieste -, ha espresso parecchi dubbi su quanto esposto dai consulenti nella loro relazione in merito alle tempistiche del decesso. Nel documento risulta stabilito che Liliana Resinovich sarebbe morta “ragionevolmente” nelle 48-60 ore precedenti al ritrovamento del suo cadavere, scoperto all’interno di alcuni sacchi nel parco dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni il 5 gennaio scorso. Per 18 giorni, seguendo questa lettura degli eventi prodotta dai consulenti del pm nelle loro conclusioni sulla morte di Liliana Resinovich, la donna sarebbe stata viva da qualche parte. Dove? Non si sa.
Gentile non è d’accordo con queste conclusioni: “Questa consulenza, in realtà, invece di colmare le lacune ha aperto una voragine. Una donna composta, distinta, che non aveva alcun problema di natura psicologica e psichiatrica, questo aspetto non viene mai preso in considerazione. All’improvviso si sveglia, errabonda, vaga per Trieste senza meta e la ritroviamo pulita, con i vestiti, con il multivitaminico, depilata. Dov’è stata? Senza green pass, in quel periodo non si poteva assolutamente circolare, senza documenti, senza soldi, senza telefonino…“. Nello stesso documento che sintetizza l’esito della consulenza medico-legale su cause e epoca della morte di Liliana Resinovich, i consulenti della Procura avrebbero concordato su un altro punto: “Gli aspetti cadaverici macro e microscopici suggeriscono una morte asfittica tipo spazio confinato (“plastic bag suffocation”), senza importanti legature o emorragie presenti al collo”.