Un altro razzo cinese si è abbattuto sulla Terra. Le possibilità che ci cadesse in testa erano scarse, ma l’allarme lanciato dagli esperti è apparso soprattutto una condanna alla scelta della Cina di abbandonare al proprio destino nello spazio razzi senza controllo che possono cadere in qualsiasi momento, senza preavviso e senza sapere dove. Come evidenziato dal quotidiano spagnolo El Pais, il razzo cinese Long March, partito il 31 ottobre scorso, è tornato dallo spazio immergendosi nell’area meridionale dell’Oceano Pacifico. Ma c’è stato il rischio che potesse abbattersi proprio sulla Spagna e per un po’ si è temuto che anche l’Italia fosse coinvolta.
L’allarme è poi rientrato, ma ci si chiede come sia possibile che la Cina consenta il ritorno non pianificato e non controllato dei suoi razzi. La NASA è stata sempre chiara a tal proposito: bisogna ridurre al minimo i rischi e massimizzare la trasparenza di queste operazioni. “È chiaro che la Cina non sta rispettando gli standard. Ancora una volta, la Repubblica Popolare Cinese sta correndo rischi inutili. Non hanno condiviso le informazioni specifiche sulla traiettoria necessarie per prevedere le zone di atterraggio e ridurre i rischi”, ha dichiarato Bill Nelson, amministratore della Nasa.
LONG MARCH CINA, SPAGNA AVEVA CHIUSO AEROPORTI
“È fondamentale che tutte le nazioni spaziali siano responsabili e trasparenti nelle loro attività spaziali. Potrebbero causare danni significativi o perdite di vite umane“, ha aggiunto Bill Nelson della Nasa. Inoltre, ha sottolineato che esiste la tecnologia per impedire la caduta casuale dei missili. Il caso del Long March è il quinto in meno di tre anni. Come quasi sempre accade, la Cina contava sul fatto che i detriti più probabili si disintegrano nell’attrito con l’atmosfera e che la parte che sopravvive cade negli oceani. Così è stato, ma i calcoli includono anche questi brevi passaggi attraverso le aree abitate. Infatti, il rischio di caduta di detriti spaziali nello spazio aereo ha costretto la Spagna, in via precauzionale, a chiudere diversi aeroporti. Ad esempio, quelli di Barcellona, Terragona, Ibiza e Reus hanno smesso di operare. “L’allarme del traffico aereo è stato effettuato in risposta al comunicato del sistema europeo di monitoraggio e sorveglianza spaziale e [il modulo razzo] è rientrato poco dopo”, ha dichiarato Alberto Agueda, coordinatore dei programmi di sorveglianza spaziale della società GMV, a El Pais.