L’APPUNTO DI CONFCOMMERCIO
Nell’incontro tra il ministro del Lavoro e le parti sociali, Confcommercio ha illustrato a Marina Calderone un documento nel quale si parla anche di riforma delle pensioni. “Riguardo al tema previdenziale occorre avviare un percorso che, pur ripristinando un meccanismo di flessibilità in uscita, garantisca la sostenibilità complessiva del sistema ed una stabilità futura delle norme che consenta una migliore programmazione del futuro sia per le aziende che per gli stessi lavoratori. Un obiettivo che può essere raggiunto individuando un mix tra contribuzione versata ed età anagrafica, che sia coerente con le attuali dinamiche demografiche e che soprattutto conservi un saldo ancoraggio del sistema previdenziale ai principi cardine del modello contributivo, salvaguardando la corrispondenza attuariale tra contribuzione versata e prestazioni e modificando la prestazione attesa in base all’età effettiva di pensionamento”, ha fatto presente Confcommercio al ministro.
LE URGENZE AL TAVOLO GOVERNO-SINDACATI SULLA RIFORMA PENSIONI 2022
In vista del tavolo di mercoledì tra il Governo Meloni e le parti sociali, il tema della riforma pensioni in vista della Manovra 2022-2023 torna di stretta attualità: nell’editoriale che ospitiamo oggi sul “Sussidiario.net”, il segretario confederale della Cisl Angelo Colombini sottolinea quali siano le vere urgenze che Meloni con la Ministra Calderone dovranno affrontare con i sindacati nazionali. «La Cisl ha sottolineato come sia urgente, prima della legge di bilancio, emanare un nuovo provvedimento a sostegno delle famiglie, dei lavoratori, dei pensionati e delle imprese a fronte dell’incremento dei costi dell’energia e delle materie prime, dell’inflazione e del conseguente pesante rallentamento della produzione da parte di molte aziende», scrive il sindacalista prima di addentrarsi nel tema prioritario della riforma pensioni 2022.
Secondo Colombini, «aldilà della ipotesi della proroga di alcune misure il sindacato ha sottolineato la necessità di una riforma complessiva del sistema previdenziale»: serve maggiore flessibilità e serve soprattutto evitare il ritorno dello scalone per la riforma pensioni Fornero. In sintesi, il segretario confederale ribadisce i cardini della questione: «Pensione contributiva di garanzia per i giovani, sviluppo della previdenza complementare, strutturalità e allargamento dell’Ape sociale, flessibilità in uscita e rafforzamento della previdenza delle donne, insieme al sostegno delle pensioni in essere, rimangono le priorità per la nostra Confederazione».
L’APPUNTO DELL’ANIEF SU QUOTA 41
Secondo Marcello Pacifico, Presidente nazionale Anief, l’ipotesi di introdurre Quota 41 nel 2023 “può essere anche una prima soluzione per arginare la Legge Fornero, ma a patto che non si applichino penalizzazioni sull’assegno e si preveda finalmente quel riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria che anche il presidente Inps Pasquale Tridico ha invocato in più di un’occasione. C’è poi da introdurre il riconoscimento della fragilità anche per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, così come avviene oggi con i maestri di infanzia e primaria che già hanno accesso all’Ape sociale”. Anief “continua a chiedere che i lavoratori della scuola vengano considerati, per l’accesso alla pensione, alla pari dei lavoratori delle forze armate, permettendo così a docenti e personale Ata di lasciare in ogni caso il lavoro a 62 anni e senza tagli all’assegno di quiescenza. “Non si tratterebbe di nessuna concessione, visto l’alto numero di casi di insegnanti sottoposti a burnout e a patologie invalidanti dovute allo stress da lavoro prolungato”, evidenzia Pacifico.
LA RICHIESTA SULL’APE SOCIALE
La Fnp-Cisl di Cosenza, come riporta ecodellojonio.it, chiede al nuovo Governo anche interventi di riforma delle pensioni: “pensione contributiva di garanzia per i giovani; sostegno pubblico all’adesione alla previdenza complementare; maggiore supporto ai lavoratori precoci, a chi svolge lavori gravosi e usuranti; Ape sociale permanente e allargata; possibilità di andare in pensione a partire da 62 anni e anche in presenza di 41 di contributi. Per quanto riguarda le donne, la Cisl chiede sconti contributivi alle madri lavoratrici e una rivisitazione dei coefficienti di calcolo”. Il sociologo Luca Ricolfi, come riporta Ansa, interpellato da Rainews spiega che “il governo verrà giudicato soprattutto su bollette, pensioni e il reddito di cittadinanza. Sono interventi che non potranno essere dilazionati”. Invece, “i ministri li giudicheremo dal comportamento, vedremo cosa faranno, teniamo conto che la situazione è in una fase diversa dal passato ma non vedo possibilità di dare giudizi ora sui ministri”.
RIFORMA PENSIONI, LA DOMANDA DI ELSA FORNERO
Elsa Fornero ha posto una domanda importante in tema di riforma delle pensioni. “Quota 41 ok, ma sull’età non viene detto nulla visto che la legge che porta il mio nome parla di 67 anni: lasciate i 67 anni oppure li anticipate?”. L’ex ministra del Lavoro, come riporta Ansa, ha evidenziato, durante un dibattito all’interno del Forum Elle Active, che la questione è rilevante per “la spesa pensionistica e la domanda è se oggi per il nostro welfare abbiamo bisogno di aumentare la spesa pensionistica o non ci siano altre voci di spesa prioritaria. E secondo me la risposta è sì ci sono altre priorità in Italia perché la povertà si annida soprattutto tra le famiglie giovani con bambini e sono i bambini prevalentemente in condizione di povertà e quindi ci preoccupiamo delle loro pensioni? No io direi preoccupiamoci del loro presente , della scuola, e dell’occupazione”.
LE PAROLE DI BONOMI
Secondo Carlo Bonomi, invece, “se dobbiamo parlare di pensioni forse bisogna affrontare seriamente una riforma del sistema pensionistico e non andare avanti con ‘quote'”. Il Presidente di Confindustria sottolinea, inoltre, di ritenere “che sono stati molto pochi ad andare in pensione con la Fornero: con otto clausole di salvaguardia non c’è andato nessuno”. Tuttavia, Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture, ricorda che “il Governo è al lavoro per cercare di evitare un ritorno alla legge Fornero, rivedere le quote stabilite recuperando risorse da chi le ha utilizzate fraudolentemente, come chi ha ricevuto il reddito di cittadinanza quando non ne aveva i titoli”.
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