Aviaria, potrebbe contagiare anche gli umani?
Allarme per il virus di aviaria che potrebbe contagiare anche gli umani. Ad inizio settembre, gli scienziati dell’Università della Florida hanno confermato che un delfino trovato lungo la Costa del Golfo presentava un tipo di influenza aviaria altamente patogeno, con un’infiammazione cerebrale. Il virus è molto abile infatti a diffondersi tra gli uccelli ma talvolta si spinge oltre e contagia anche altri mammiferi, come accaduto nel caso del delfino e di una focena, trovata in spiaggia in fin di vita sulla costa occidentale svedese.
In Colorado, particolarmente preoccupante il caso di un uomo risultato positivo all’influenza aviaria: si trattava di un carcerato impegnato a lavorare in un impianto di pollame, nel quale doveva procedere all’abbattimento selettivo dei volatili colpiti dal contagio, come rivela La Stampa rifacendosi ad un articolo del New York Times.
Aviaria, “inadeguatezza deplorevole” dei Governi
David Quammen, autore del libro “Senza respiro”, crede che non si stia facendo abbastanza per evitare che il virus si diffonda. “L’inadeguatezza è deplorevole e pericolosa. Viviamo in un mondo di virus che stanno all’interno di creature cellulari di tutti i tipi”, ha spiegato. Perché va tenuta alta l’attenzione? Come spiegato dal dottor Burke all’autore del libro, i virus degli uccelli passano ai mammiferi e dai pipistrelli passano agli uomini. Questi focolai occasionali spesso arrivano ad un punto morto ma non sempre è così.
Al momento il virus dell’aviaria è in una fase di esplorazione tra i mammiferi. Gli esseri umani vivono molto vicini tra loro e sono interconnessi tra loro dunque qualsiasi virus può passare dall’uno all’altro. Uno dei modi migliori per tenere il virus sotto controllo, ha spiegato Quammen, è quello di effettuare degli esami del sangue e di altri campioni biologici di persone apparentemente sane che però vivono in situazioni di rischio, come i coltivatori di pollame o suini. Un altro metodo è la campionatura preventiva degli animali selvatici. I governi, a detta dell’esperto, non stanno adottando alcuna misura di vigilanza e prevenzione e nei Paesi a basso reddito vi è anche penuria di tecnici e veterinari.