Torna di moda la “pozione magica” di Nole Djokovic, il tennista numero uno al mondo. In occasione del recente torneo Atp Parigi-Bercy, l’atleta serbo ha bevuto nuovamente dalla sua borraccia, e tutti si sono nuovamente domandanti cosa vi si trovasse nello stesso contenitore. Nelle ultime ore è divenuto virale un video girato da uno spettatore in occasione della semifinale vinta da Djokovic contro Tsitsipas, e nel filmato si vede Ulises Badio, il fisioterapista dello stesso tennista, mettere degli ingredienti in una borraccia gialla, mantenuta rigorosamente al riparo dalla vista, e poi riempita con dell’acqua presa da una bottiglietta contenuta in uno zaino.
Altri due membri dello staff di Djokovic hanno tentato di nascondere l’operazione quando si sono resi conto che qualcuno stesse girando con il telefonino, dopo di che, una volta che il tutto è stato miscelato, il fisioterapista ha passato la borraccia ad un raccattapalle che a sua volta l’ha passata al campione di tennis. Non è la prima volta che il mondo del tennis si pone domande sul contenuto della stessa borraccia, visto che già la scorsa estate, in occasione del torneo di Wimbledon, erano sorti diversi dubbi.
DJOKOVIC, TORNA LA POZIONE MAGICA AL PARIGI BERCY: ECCO DI COSA POTREBBE TRATTARSI
Interpellato sulla questione Djokovic aveva parlato di “Pozione magica”, e sembra che la stessa non venga nemmeno bevuta ma in parte inghiottita e in parte inalata come scrive il Corriere della Sera. «Scoprirete presto di cosa si tratta, adesso non posso parlarne. Di sicuro aiuta», aveva poi aggiunto l’atleta. Secondo quanto scrive il quotidiano di via Solferino, aggiungendo che comunque non è una certezza, si tratterebbe di integrati non miscelati con l’aggiunta di polvere isotonica, ed esteticamente sarebbe molto simile al detersivo.
Il suo scopo è quello di reintegrare rapidamente le energie durante lo sforzo fisico, e sembra che Djokovic non sia l’unico ad utilizzare. Nole, ricordiamo, è intollerante al glutine, ha una dieta molto rigida, ed è sempre attentissimo a ciò che ingerisce il suo corpo, come del resto la maggior parte degli atleti che giocano a livello iper competitivo.