Si balla e ci si scatena di più con le frequenze più basse. È il sorprendente risultato di uno studio pubblicato il 7 novembre sulla rivista Current Biology, che ha dimostrato come durante un concerto di musica elettronica gli spettatori hanno ballato il 12% in più quando i ricercatori hanno scelto un basso a frequenza, appunto, molto bassa. Una frequenza che i partecipanti non potevano sentire ma che è stata percepita, aumentando così il ritmo della danza e dei loro movimenti.
Come ha spiegato l’aggenzia AFP il coordinatore dello studio, il batterista esperto e neuroscienziato David Cameron della McMaster University, le persone durante il concerto “non avrebbero saputo dire quando sono avvenuti i cambiamenti” nel loro modo di ballare, ma la frequenza introdotta “stava guidando i loro movimenti”. Secondo la sua personale esperienza, poi, chi partecipa ai concerti di musica elettronica “adora quando può sentire i bassi così forti”. La correlazione tra le frequenze più basse e i movimenti della danza è nota a livello di osservazione, ma non è mai stata studiata scientificamente. Questo studio si muove proprio nella direzione della comprensione di questo fenomeno.
Gli strumenti a frequenze basse fanno ballare di più: lo studio condotto durante un concerto
Come ha illustrato David Cameron all’agenzia AFP, solitamente il ritmo della musica è dato da strumenti a bassa frequenza quali il basso o la grancassa. Sono dunque questi gli strumenti che fanno davvero ballare le persone e, come ha evidenziato lo studio grazie all’analisi condotta in Canada, nell’edificio LIVElab che funge da sala da concerto e da laboratorio di ricerca, il basso può davvero far ballare di più gli spettatori. Al concerto esaminato dai ricercatori hanno preso parte 130 partecipanti; di questi, 60 hanno ricevuto una fascia da mettere sulla testa capace di rilevare il movimento e quindi i loro passi di danza.
A quel punto, durante l’esibizione i ricercatori hanno trasmesso a intermittenza negli altoparlanti dei bassi a frequenze, appunto, molto basse. Un suono che all’AFP David Cameron ha definito “al di sotto del livello di coscienza”. Un questionario, infatti, ha confermato che gli spettatori non avevano sentito questo suono intermittente, che però aveva influenzato il ritmo con cui ballavano. Secondo il team di ricerca, questo effetto dipende dal fatto che le frequenze basse siano in grado di stimolare il cosiddetto “orecchio interno”, cioè i sistemi sensoriali del corpo, bypassando la corteccia frontale e dando una sorta di “spinta” al sistema motorio, infondendo maggiore energia.