È solo la 14a giornata di Serie A, ma potrebbe essere considerata l’ultima. Solo Spalletti, con grande difficoltà, potrebbe riuscire a riaprire un campionato che, se fossi uno scommettitore, giocherei come sicuramente appannaggio del Napoli per tre motivi: gioca meglio di tutte, ha otto punti di vantaggio sulla seconda, non è sicuramente sfortunato, anzi. In questo turno ha avuto difficoltà a superare l’Empoli che si era giustamente chiuso e rallentava il gioco. Tipico metodo di chi, capendo di essere inferiore, pensa a limitare i danni e sperare in qualche ripartenza. Solo una sottospecie di rigore ha permesso ai campani di uscire dal tunnel nel fondo del quale avevano molta difficoltà a vedere la luce. Se poi l’inseguitore più pericoloso è il Milan, che ha pareggiato contro la Cremonese, il Napoli è già scudettato. I casciavit sono stanchi, il loro gioco è dispendioso e, tolti gli undici titolari c’è poco. Il pareggio nel derby lombardo ha portato ad un innalzamento dell’autostima nei ragazzi di Cremona e sconforto nei diavoli.
Continuo a pensare che l’avversaria principe per i napoletani sarà la Gobba, ripeto: non muore mai!
Per la lotta ai quattro posti di Serie A che valgono la Champions si è riscritta la Beneamata. Mi convinco sempre di più, Inzaghi può vincere singole partite, anche le più difficili perché è un buon interprete delle gare, ma non sa tenere concentrati i suoi giocatori per lunghi periodi e, specialmente, non sa evitare che la squadra si rilassi. Lo ha fatto anche contro il Bologna che, per fortuna bauscia, è poca cosa, ma è chiaro anche dai risultati: se lo fai con le prime 5/6 in classifica su 14 gare ne hai già perse 5. Coi felsinei ha provato anche ad essere sotto di una rete, forse è servito come un secchio d’acqua ghiacciata in faccia che ha svegliato allenatore e giocatori. Dato il diverso potenziale fra i due team era naturale che “Inter incazzata, Bologna sotterrata”. C’è solo da chiedersi perché non è partito titolare Bellanova, visto che Dumfries è parso, per lunghi periodi, fermo sulle gambe. Ottimo il comportamento di Dimarco che, da solo, ha fatto la differenza. Tutto è finito con set e partita ai nerazzurri: 6-1.
Si è incavolato Mou parlando di tradimento di uno dei suoi a Reggio Emilia, un Giuda!
Per come è andato l’incontro di Serie A fra Maggica e Sassuolo il pareggio è giusto e la gara è servita a resuscitare goleador appisolati come Abraham e Pinamonti. Non era rigore? Il difensore della Juve ha parato un tiro che andava diretto in rete, braccio largo e rigore non assegnato perché era in “posizione congrua”, ma chi ha scritto questo regolamento? Povera Hellas non meritava assolutamente la sconfitta. Nella ripresa ha fatto venti minuti di “quasi” dominio ma non sono stati sufficienti per ricuperare il vantaggio bianconero procurato da Kean che, fino al momento della rete, aveva giocato con Milik alla bella statuina.
La Juve partita con un 3-5-2 canonico ha finito con un rombo a centrocampo con Paredes davanti alla difesa. Si è visto qualche numero di Di Maria ma niente più, massimo risultato con il minimo sforzo e avanzamento in classifica. La Juve è risalita in zona champions e, corto muso o meno, continua a vincere e recuperare posizioni.
L’Atalanta perdendo a Lecce ha perso l’occasione di essere la reale anti Napoli in questa Serie A, ora incontrerà l’Inter: chi perde è fuori da tutto. Lazio e Monza hanno iniziato in modo guardingo, nessuna voleva scoprirsi. Il Monza copriva bene il rettangolo di gioco e con Petagna aveva anche segnato in millimetrico fuorigioco. La Lazio inseguiva il sogno di raggiungere il secondo posto. Negli azzurri si dava un gran da fare Vecino, però fallimentare sottorete. Sarri, non si capisce perché, appena possibile lascia Luis Alberto in panchina: il più capace nel verticalizzare le azioni. I brianzoli giocano da squadra, non hanno grandi individualità. La gara si è trascinata senza infamia e senza lodi fino a venti minuti dal termine quando il giovane Romero ha portato avanti i romani. Subito si è compreso che era la vittoria per i biancazzurri, troppo forte la difesa laziale per subire alcunché dai brianzoli.