Fabio Concato e la depressione: “sindrome del foglio bianco”
Nel 2012 Fabio Concato, alla vigilia dei suoi 60 anni, ha pubblicato un nuovo ha deciso “in un disco di raccontarmi davvero e in un libro di mettermi a nudo”. Il disco è “Tutto qua”, mentre il libro è “Fabio Concato – Conoscerlo e capirlo attraverso i suoi testi” di Emiliano Longo. Questo progetto è nato da un momento di grande sofferenza, ha raccontato il cantautore a La Stampa: “Mi è successa una cosa che non auguro a nessuno di chi fa il mio mestiere. L’ho chiamata “sindrome del foglio bianco”. Un giorno dopo l’altro ti metti lì, cerchi di abbozzare delle idee, dei testi ma non ti piace nulla e butti tutto nel cestino. Intanto il tempo passa e alla soglia dei 60 anni arrivi a convincerti che la gente possa dimenticarti e ti deprimi”. Per uscire da questo periodo, Concato si è fatto aiutare da un “coach”: “Quando sei dentro un problema più grande di te la via di fuga può trovarla solo chi non ne è parte. Devi parlare con l’anima in mano a qualcuno titolato, credibile, un professionista. L’ho fatto e dopo poche sedute ho ricominciato a scrivere cose sensate. L’altro di me è una canzone-confessione che ha fatto ripartire la macchina Fabio Concato”.
Fabio Concato: attacchi di panico e la “terapia per i contraccolpi del successo”
Nel libro invece, 500 pagine di analisi che partono dalle liriche delle canzoni di Fabio Concato, sono emersi gli attacchi di panico e la “terapia per i contraccolpi del successo”: “Iniziai a fare psicoterapia d’appoggio prima del successo: anzi sapendo, l’avevano detto i produttori, che restando coerente non avrei sfondato se non in 6-7 anni. Così avvenne: ma Domenica bestiale, Fiore di Maggio e i soldi crearono altro disorientamento oltre al panico con cui evidentemente sfogavo cose mal digerite. La terapia allora mi fece restare coi piedi per terra, come volevo: attento alla famiglia, a mia moglie, alle cose vere”, ha detto in un’intervista su Avvenire. E ha aggiunto: “C’è chi dice di aver composto in panico? Io anche quando passava mica andavo alla chitarra. Sì, potevo sfruttare certe cose, ma non l’ho fatto”. Fabio Concato ha anche svelato che la canzone “Scomporre e ricomporre” del ’94 è nata dallo smarrimento per la morte di sua madre.