“Felicità è la parola più indefinibile del vocabolario e tutti ne darebbero una definizione diversa”: così a Oggi è un altro giorno lo scrittore Antonio Balzano, autore del libro “Che cosa c’entra la felicità?”.
Antonio Balzano ha poi parlato della sua esperienza da clown negli ospedali pediatrici: “E’ stata una piccola esperienza che ho provato a fare con un amico. Per fare volontariato c’era un piccolo corso preparatorio, per poi entrare nelle stanze degli ospedali e fare lo sketch. Quando ho visto il dolore in faccia dei bambini, mi sono bloccato. Il mio amico è andato avanti da solo, guardandomi con uno sguardo da killer. Gli infermieri mi dissero che se non ero felice io, non potevo dare felicità agli altri”. (Aggiornamento di MB)
Marco Balzano, chi è lo scrittore?
Lo scrittore Marco Balzano, autore del libro “Che cosa c’entra la felicità?”, sarà ospite di Serena Bortone nella puntata di oggi pomeriggio, venerdì 11 novembre, di Oggi è un altro giorno. Nato a Milano nel 1978, Balzano insegnata lettere ed è sposato con due figli. Ha esordito nel 2007 con la raccolta di poesie “Particolari in controsenso”, mentre il primo romanzo “Il figlio del figlio” è stato pubblicato nel 2010. Nel 2014 con “Pronti a tutte le partenze” ha vinto il Premio Flaiano per la Narrativa e l’anno dopo con “L’ultimo arrivato” si è aggiudictato l’edizione 2015 del Premio Campiello. Nel 2018 ha pubblicato il romanzo “Resto qui”, con cui si è classificato secondo al Premio Strega e ha vinto molti premi, tra cui il Premio Mario Rigoni Stern e il Premio Bagutta. Tra le sue opere ricordiamo anche: “Le parole sono importanti”, “Quando tornerò” e la raccolta di poesie “Nature umane”.
L’ultimo libro di Marco Balzano
L’ultimo libro di Marco Balzano si intitola “Cosa c’entra la felicità? Una parola e quattro storie”, un saggio divulgativo sull’etimologia della parola “felicità” in greco, latino, ebraico e inglese. “Eudaimonia” in greco rappresenta la necessità di conoscere sé stessi; “Felicitas” in latino si lega a doppio nodo con l’abbondanza e la fortuna; nella concezione ebraica “Ashrè” si costruisce parallelamente alla ricerca di Dio. In inglese la radice di “Happiness” deriva dal verbo “happen” che simbolizza l’idea di casualità. “Sei felice? È sempre una domanda molto imbarazzante se messa giù così, dritta. Forse il titolo del libro vuole più che altro raccontare e confermare che – come diceva Pasolini – le rivoluzioni si fanno per essere felici e ogni giorno noi ci svegliamo con questo obiettivo, a volte anche inconsapevolmente”, ha spiegato l’autore al magazine Mare Mosso.